Il ceto medio è al centro di una nuova associazione appena presentata a Roma.
Si chiama “Le professioni per l’Italia” e si rivolge a quel ceto, medio appunto, che rappresenta la grande maggioranza di lavoratori italiani.
Così ha presentato la neonata associazione il suo presidente, Maurizio De Tilla: “Proprio perché medio, è anche il gruppo più popoloso e da qui deriva la particolare importanza politica di questa classe sociale che comprende il segmento produttivo delle libere professioni, delle piccole e medie imprese, dei lavoratori autonomi. All’interno del ceto medio i professionisti sono quelli che più hanno risentito della grave crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando. Il ceto medio si deve unire politicamente contro i poteri forti”.
Ed è stato proprio il ceto medio, negli ultimi cinque anni, ad essere stato maggiormente colpito dalla crisi economica, tanto da registrare una contrazione del 20% del reddito, come è stato reso noto dall’Adepp, associazione enti previdenziali privati.
A questo proposito, Domenico Petrone, vicepresidente del Movimento, ha dichiarato: “Per risolvere i problemi della politica bisogna cambiare musica, spartito, vecchi musicisti e direttore di orchestra e sarebbe opportuno aggregare sinergicamente professionisti e competenze eccellenti per affrontare e uscire fuori dai problemi, unire le forze di persone, al di fuori di condizionamenti politici. Fornendo il contributo con progetti specifici settoriali, proposte di legge, abrogazione di regolamenti e burocrazie assurde, innovazioni tecnologiche e strutturali”.
Anna Maria Ciuffa, vicepresidente vicario del Movimento, vede i giovani e le donne come i soggetti maggiormente a rischio, poiché spesso sono le prime vittime dei ridimensionamenti in azienda.
Ma tra le categorie più colpite ci sono anche professionisti come avvocati e notai, seguiti da geometri, periti e biologi e, di seguito, giornalisti, commercialisti e ragionieri.
Tutti sono stati colpiti dalle manovre economiche degli ultimi anni, che hanno portato la pressione fiscale alle stelle e contribuito ad affossare un ceto in reale sofferenza.
Per ovviare a questo annoso problema, De Tilla auspica ad un nuovo e ritrovato protagonismo politico, che possa, come conseguenza, portare ad una nuova classe dirigente: “Il ceto medio e segnatamente i professionisti e i piccoli e medi imprenditori devono uscire dal torpore e dall’inerzia, liberandosi da un pessimismo strisciante sul proprio futuro e rimettendosi nuovamente in gioco. Il ceto medio è ancora detentore di un capitale sociale e culturale. Crede fermamente nella legalità del Paese, nello Stato di diritto, nella lotta alla criminalità organizzata, nella lotta alla speculazione di ogni tipo e, soprattutto a quella finanziaria, nel dovere civico di abbandonare qualsiasi istanza di clientelismo e assistenzialismo. Per affrontare il necessario cambiamento è giunto il momento di riorganizzare i corpi intermedi all’insegna di una iniziativa che coinvolga professionisti, imprenditori, intellettuali ed espressioni della società civile. L’associazione Le professioni per l’Italia presenterà elaborati e proposte alle forze politiche impegnate nella prossima tornata elettorale”.
Vera MORETTI