Il settore tessile vicentino sfida la crisi

La tradizione tessile vicentina è oggi ancora molto forte e, soprattutto, sempre molto presente.

Alcuni autorevoli esempio sono quelli di Marzotto S.p.A, il primo gruppo italiano del tessile, l’innovazione di Diesel, che a Breganze ha inaugurato nel 2010 una vera e propria “cittadella” completa di asili e palestra, ma anche Bottega Veneta che, nonostante ora sia di proprietà del francese PPR, rimane solidamente radicata in territorio veneto, tanto da creare qui una scuola che tramandi il mestiere.

Non sono solo i grandi nomi a testimoniare l’importanza del comparto in terra veneta, ma anche la voce di Michele Bocchese, presidente della sezione Moda degli industriali veneti: “Qui si trova il “monte” della produzione, ovvero la tessitura, la filatura, le diverse fasi che nobilitano i tessuti, e anche la “valle”, l’industria della confezione e della maglieria. Due mondi diversi, ma collegati, a diverse intensità di capitale e lavoro“.

Nonostante ciò, la crisi si è fatta sentire nella zona, tanto da aver contato, in tre anni, la perdita di ben 100mila addetti, ma ancora oggi il comparto dà lavoro a 70mila famiglie.
A proposito di famiglia, lo stesso Bocchese arriva da una tradizione tessile familiare, che proprio negli ultimi anni ha ripreso la sua piena attività: “Noi vendiamo la seta ai cinesi: una seta reinterpretata, mescolata al cotone o a fibre sintetiche per effetti moderni, capace di reggere gli utilizzi più sportivi, trattata per essere anti-pioggia e anti-vento. Abbiamo recuperato i telai del passato, ma creato effetti e lavorazioni innovative“.

Alla base di ogni successo, oltre alla tradizione e alla qualità, c’è l’innovazione, e sono proprio questi valori che hanno portato in Veneto committenti del calibro di Vuitton, Gucci, Moncler, Dior e Chanel che, come conferma Stefano Stenta, presidente del Sistema Moda Vicenza di Confartigianato, “qui cercano, e trovano, qualità del prodotto, puntualità, creatività, innovazione”, ma anche lui riconosce che il periodo è difficile: “Negli anni Ottanta l’Europa ha annullato le protezioni a difesa del tessile, mentre altri Paesi alzavano le proprie barriere. E in questo contesto si sono susseguiti i diversi cicli economici, nei quali l’export del tessile e abbigliamento è sempre rimasto trainante per l’economia nazionale, dietro alle macchine utensili“.

Oggi i dati parlano di circa 700 aziende artigiane associate, il 65% delle quali ha un’età media di 30 anni, dunque con un passaggio generazionale ancora da affrontare.
Per questo, uno dei rischi maggiori è quello di non riuscire a “catturare” l’attenzione e l’interesse delle nuove generazioni, anche perché non possono beneficiare di una corretta formazione e un adeguato apprendistato.

Le altre sfide del tessile vicentino riguardano la concorrenza sleale, la politica del prezzo combattuta con la responsabilità sociale e la collaborazione stretta fra cliente e fornitore. I dati mettono in evidenza quello che viene definito “effetto sostituzione“: in Veneto nel 2002 gli imprenditori cinesi nella moda erano 624, nel 2012 sono diventati 2.155; nello stesso tempo gli italiani sono scesi da 5.547 a 3.023, una diminuzione di 2.524 unità.

A questo proposito, Manuela Miola, presidente della sezione Moda Industria di Confindustria Vicenza e nel cda di Forall Confezioni, azienda di Quinto Vicentino che produce Pal Zileri , ha dichiarato: “Questo sapere di prodotto è una delle caratteristiche del nostro distretto. Le nostre aziende hanno saputo creare e sviluppare prodotti con la sapienza artigiana e hanno saputo migliorarli nel tempo fino a farli diventare ricercati e sofisticati. Negli ultimi anni si è sviluppata una contaminazione internazionale con diversi Paesi e tra diversi settori: ci sono molti esempi di noti designer internazionali che hanno collaborato e collaborano tuttora con aziende del nostro territorio, portando nuove idee e l’entusiasmo di chi entra in contatto con una realtà dove in pochi chilometri trova una densità di esperienza, di artigianalità e di tradizione che in pochi altri contesti è possibile trovare“.

Vera MORETTI