di Davide PASSONI
Ormai al capolinea l’esperienza del governo Monti, resta ora da vedere quali “lavori” rimarranno in sospeso, quali saranno portati a termine, quali passeranno nelle mani del nuovo esecutivo.
Tra i “cantieri aperti” lasciati dal governo Monti, uno dei meno propagandati ma che riguarda in realtà decine di migliaia di persone è la cosiddetta “riforma delle professioni” o degli ordinamenti professionali. Un testo sul quale è stato fatto un lungo tira e molla, soprattutto da parte degli ordini professionali più potenti; un testo nato con l’idea di rendere meno cogente l’accesso alle professioni in Italia, cercando di trasformare gli ordini che – spesso con eccessiva demagogia – sono visti come dei fortini inespugnabili, in qualcosa di più aperto.
In realtà, però, non tutti sanno che nel nostro Paese esiste un esercito di professionisti che appartengono a professioni “non regolamentate”, ossia professioni per le quali non esistono degli ordini che ne tutelino interessi, posizioni, istanze in sede istituzionale e civile. Si tratta di professioni tra le più disparate: si va dai naturopati ai musicoterapeuti, dai temporary manager ai sociologi, dai direttori commerciali e marketing manager agli armonizzatori familiari. Una schiera di professionisti che, se anche non hanno il blasone di avvocati, notai, giornalisti, hanno comunque un percorso di studi e formazione e un valore sociale della loro professione assolutamente comparabili ai loro.
Ecco perché questa settimana Infoiva dà voce a loro: perché la professione, qualunque essa sia, è prima di tutto un valore e una scelta di vita e di impresa che portano ricchezza a chi li sceglie; perché Infoiva è il quotidiano delle partite Iva e ciascuno del professionisti “non regolamentati” merita di trovarvi spazio; perché la professione e la professionalità, se correttamente vissute e praticate, hanno una forza e una dignità che prescinde dall’esistenza o meno di un ordine.