di Davide PASSONI
Natale, tempo di regali, ma in questo 2012 è soprattutto tempo per fare due conti. A meno di un mese dalle festività, prevale infatti tra le famiglie la preoccupazione: secondo un’indagine di Confcommercio-Format, per quasi 7 italiani su 10 il Natale risentirà fortemente della crisi. Cresce la quota di chi non farà acquisti per regali (13,7% rispetto all’11,8% del 2011), mentre oltre 8 italiani su 10 (86,3%) continueranno a pensare ai doni per parenti e amici.
Le cifre e le tendenze più significative vengono però dalle associazioni dei consumatori. Secondo l’Adusbef, il 90,7% della tredicesima, pari a 31,3 miliardi, sarà destinato a Imu, tasse, mutui e bolli e meno del 10% finirà in risparmi, regali, viaggi.
Più articolato lo studio di Federconsumatori, che tramite il suo Osservatorio Nazionale ha comparato i prezzi dei prodotti tipici delle festività sia rispetto a un anno fa, sia rispetto al 2001, l’ultimo Natale con la lira nel portafogli. I risultati dello studio sono a dir poco sconfortanti. Rispetto al 2011, infatti, le scadenze dei pagamenti di bollette e tasse influiscono in modo sensibile sugli acquisti natalizi: la tendenza è infatti quella di iniziare a programmare il budget per le spese e per gli eventuali regali da parte delle famiglie solo dopo i diversi pagamenti.
Sul fronte prezzi, l’andamento dei costi relativi a questa festività registra aumenti moderati, tra l’1 e il 2%, con picchi tra gli alimentari (3-4%). In crescita anche gli addobbi natalizi e gli alberi di Natale, quasi fermi i prezzi dei giocattoli, dei viaggi e degli articoli da regalo. La vera discriminante secondo Federconsumatori non è però l’aumento dei prezzi in sé, ma in rapporto alla diminuzione del potere di acquisto delle famiglie (-13,2% dal 2008): alla luce di questo rapporto, la spesa totale famiglie per Natale, secondo Federconsumatori si attesterà a 3,5-3.8 miliardi, con una riduzione rispetto al 2011 di circa l’11-12%.
Il dato è preoccupante, ma quello su cui meditare sono le tabelle di Federconsumatori, che riportiamo qui sotto, specialmente per quello che riguarda l’incremento dei prezzi dei vari generi presi in esame, e specialmente dal 2001 a oggi. La conferma che il passaggio all’euro è stato un affare solo per pochi è più che un’evidenza. Meditate gente, meditate…