L’1 gennaio segnerà, oltre all’inizio del 2013, anche l’apertura della banca dati relativa agli appalti pubblici, istituita per effetto del Decreto Semplificazioni 2012.
Si tratta, per ora, di una fase di sperimentazione, che avverrà su base volontaria per determinate tipologie di appalti.
Cosa cambierà, dunque?
In caso di appalti di importo uguale o maggiore di 1 milione di euro, per stazioni appaltanti ed enti aggiudicatori scatterà l’obbligo di consultare la banca dati nazionale per verificare la sussistenza dei requisiti da parte dell’impresa richiedente.
L’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici ha infatti preparato una bozza di delibera in base alla quale l’entrata in vigore della nuova disposizione avverrà a scaglioni in base agli importi a base d’asta.
La procedura, comunque, è destinata a rimanere volontaria per poco tempo perché già nell’aprile 2012 diventerà obbligatoria, per le gare di appalto di importo maggiore o uguale al milione di euro.
Inoltre, il sistema verrà adottato in modalità opzionale per gli appalti di valore compreso tra 150mila euro e un milione.
In questo caso, l’obbligo partirà da luglio 2013, quando scatterà l’opzione per le procedure tra 40mila e 150 mila euro.
Per queste e anche per le gare di importo pari o superiore ai 40mila euro l’obbligo di consultare il possesso dei requisiti tramite la banca dati nazionale scatterà dal primo ottobre 2013.
La banca dati nazionale degli appalti pubblici utilizzerà il sistema telematico AVCPASS al quale gli operatori economici potranno registrarsi e aggiornare la documentazione amministrativa richiesta così da fornire ogni informazione di tipo tecnico-organizzativo ed economico-finanziario utile per valutare la propria posizione.
Una volta individuata la gara di appalto alla quale partecipare ed effettuata la registrazione l’operatore economico riceve dal sistema un codice PASSOE da inserire nella busta contenente la documentazione amministrativa, compreso il DURC.
Vera MORETTI