Italia terra di filiera, di distretti industriali, di antica tradizionale artigianale. Noi di Infoiva lo abbiamo raccontato tante volte, ma a confermare che il vero motore dell’economia italiana siano le microimprese oggi è anche l‘Istat. Secondo un’indagine svolta sui dati del registro imprese del 2010, le microimprese (ovvero quelle con meno di 10 addetti), rappresentano il 94,9% di quelle attive lungo tutta la Penisola e coprono circa il 47,8% degli addetti e il 31,1% del valore aggiunto.
Le grandi imprese, ovvero quelle che contano almeno 250 addetti, si fermano invece a 3.495 unità, che pesano per il 19% degli addetti e il 31,9% del valore aggiunto prodotto.
Sempre secondo l’Istat, il sistema impresa in italia ha registrato nel 201o un miglioramento della propria performance economica. Se da un lato la base produttiva si è ridotta, sia per numero di imprese attive che di addetti impiegati, ad aumentare sensibilmente è il valore aggiunto del sistema ‘impresa’, pari a circa 708 miliardi di euro (+12,3%).
A decretarlo è l’Istat, nel suo dossier ‘Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi’: nel 2010 erano 4.372.143 le imprese attive, con calo dello 0,3%, mentre gli addetti si attestavano a circa 16,7 milioni (-1,6%), ma in compenso si rivela come il valore aggiunto per addetto sia stato pari a 42,4 mila euro (+14,1% rispetto al 2009).
L’Istat prosegue nell’analisi dei diversi indicatori economici, sottolineando come il costo del lavoro per dipendente sia stato nel 2010 di 34 mila euro (+2,9%), la retribuzione lorda per dipendente ammontasse a 24,4 mila euro (+3,0%) e gli investimenti per addetto siano stati pari a 8,3 mila euro (-10,8%). Insomma, nel 2010, l’incidenza dei profitti lordi sul valore aggiunto rispetto all’anno precedente è stata del 26,6%.
Alessia CASIRAGHI