Lavoro sommerso, i dati Inps del 2011

 

Oltre 45 mila lavoratori in nero, per un’evasione calcolata che si aggirerebbe attorno ai 981 milioni di euro.  Sono i dati resi noti dal bilancio sociale dell’Inps riguardanti le indagini e le ispezioni sul lavoro sommerso in Italia nel 2011.

L’Istituto ha accertato più di 981 milioni di euro di omissioni contributive e sanzioni. A finire sotto il fuoco incrociato dell’Istituto di previdenza sociale sono stati due settori in particolare: quello dell’agricoltura e quello dell‘edilizia. Nel primo caso, le ispezioni sono state orientate all’indagine del fenomeno di utilizzo di manodopera agricola stagionale, a seconda delle principali colture effettuate nei diversi periodi dell’anno.

Nel dettaglio a passare sotto stretta osservazione il fenomeno del caporalato e delle truffe ai danni dell’Inps realizzate mediante l’instaurazione di fittizi rapporti di lavoro, attività spesso nelle mani di organizzazioni criminali, che hanno fatto emergere 66.347 rapporti di lavoro in nero. Nel dettaglio, il totale dei rapporti di lavoro “fittizi” scoperti nel triennio 2009-2011 sale a quota 246.271 con conseguente mancato incasso, per le casse dell`Istituto, di oltre 739 milioni di euro.

Passando all’edilizia “le ispezioni sono state finalizzate alla verifica delle condizioni generali di tutela del lavoro – ha fatto sapere l’Inps – nonché ad un oculato monitoraggio della cantieristica esistente che ha consentito un attento esame, oltreché del lavoro irregolare, anche dello stato di attuazione, in tale ambito, della disciplina in materia di salute e sicurezza“.

Alessia CASIRAGHI