Franchising, un settore che cresce a dispetto della crisi. Questo, almeno, è quello che traspare dai dati relativi al settore che l’Istat ha elaborato nel corso del 2011, mentre quelli del 2012 ancora sono in fase di elaborazione.
I numeri parlano chiaro. Nel 2011 il settore del franchising ha visto crescere il proprio giro d’affari di 166 milioni di euro rispetto al 2010, ha visto aumentare gli addetti occupati nelle reti (1814 in più rispetto al 2010, + 1%) e, soprattutto, si è dimostrato una buona soluzione per i giovani aspiranti imprenditori: l’85% dei franchisee è nella fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni e di essi il 29% ha meno di 35 anni, il 55,7% tra i 36 e i 45 anni. Oltre ai giovani, spazio alle donne: il 37% dei punti vendita in franchising è aperto da esponenti del gentil sesso.
Sul fronte del fatturato e dei punti vendita, anche qui dati con il segno più: 166 milioni, pari a un +0,7% rispetto al 2010, +83 punti vendita in Italia e +228 all’estero (+228) con un saldo che, nel triennio 2009-2011 porta a 662 nuove aperture. Tutti segnali di un dinamismo del franchising che, nelle fasi espansive permette di cogliere più velocemente le opportunità di mercato, in quelle recessive, consente di resistere meglio al calo dei fatturati.
Al di là delle cifre, quello che fa del franchising una buona soluzione di business è anche la “fedeltà al sistema” che caratterizza i franchisee in un periodo difficile come questo. Una tendenza che traspare da una ricerca di TradeLab sui rapporti tra franchisor e franchisee condotta per Affinion International, multinazionale specializzata nella gestione di progetti di marketing relazionale e loyalty, ricerca secondo la quale l’87% dei franchisee è convinto della propria scelta imprenditoriale, specialmente se sono tra quelli che beneficiano di un sistema di premialità (47,4%).
Insomma, una buona qualità del lavoro che deriva in prima battuta da un’elevata qualità della relazione tra franchisee e franchisor e che, sotto il profilo delle rendite, dà risultati molto performanti. Una scelta che, pur se da fare con oculatezza e una chiara visione di business (non tutti si possono improvvisare imprenditori senza una precedente esperienza e spalle minimamente larghe), si dimostra decisamente anticiclica. E in un momento come questo, non è un aspetto da trascurare.