Se prima era un’ipotesi, ora è diventata una realtà: dal 12 al 14 dicembre i distributori di benzina resteranno chiusi.
Lo sciopero tanto temuto, dunque, ci sarà e per tre giorni metterà in crisi gli automobilisti.
Sono state le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, oggi riunite negli Stati Generali a Roma, ad annunciare la mobilitazione.
L’obiettivo, come era stato annunciato, è quello di ottenere un calo di prezzi e di accise, oltre al rinnovo degli accordi con le compagnie petrolifere.
Dopo un’attesa di un anno, durante il quale gli addetti ai lavori hanno atteso con fiducia le decisioni dell’Esecutivo e delle compagnie, ora il tempo stringe e nessuno sembra disposto ad aspettare ancora.
Martino Landi, presidente Faib-Confesercenti, ha infatti dichiarato che quanto viene richiesto è “un atto che non può più essere rimandato, dopo tutte le promesse fatte e puntualmente disattese. Le compagnie rinnovino gli accordi, e il Governo intervenga subito sulle accise. Abbiamo offerto la nostra massima disponibilità, cercando di trovare soluzioni condivise per i gravissimi problemi che affliggono la nostra categoria, schiacciata dal crollo di consumi indotto dall’abuso di accise sui carburanti e dal rifiuto delle grandi Compagnie petrolifere e di distribuzione di rinnovare gli accordi”.
E i risultati di un accordo che ancora deve arrivare sono sotto gli occhi di tutti: consumi in caduta verticale; prezzi dei carburanti ed accise costantemente ai massimi storici; politiche delle compagnie petrolifere che colpiscono duramente una intera categoria di lavoratori attraverso discriminazioni sui prezzi, erosione dei margini, marginalizzazione del ruolo dei gestori.
Continua Landi: “Abbiamo firmato intese e revocato la mobilitazione ad agosto, ma non è servito. Adesso la grave crisi della distribuzione carburanti, le politiche miopi delle Compagnie petrolifere e l’incapacità del Governo di far rispettare le Leggi stanno portando gli operatori della rete carburanti sull’orlo del tracollo. Nonostante il nostro atteggiamento positivo e propositivo, non si è arrivati a nulla: i problemi e le richieste dei gestori non sono stati considerate con la dovuta serietà. Adesso la mobilitazione è un atto irrinunciabile: rientrerà solo se Governo e Compagnie si decideranno finalmente ad accogliere le nostre richieste, intervenendo sulle accise e rinnovando i contatti”.
Vera MORETTI