Contrasto di interessi: di cosa si tratta?

 

D’ora in poi gli scontrini fiscali e le ricevute potranno essere scaricate direttamente dalla dichiarazione dei redditi. La commissione Finanze del Senato ha dato il via libera al ddl di delega fiscale, oltre ad approvare all’unanimità il provvedimento sulle cosiddette cartelle pazze.

Sbarca così anche nel nostro sistema fiscale il cosiddetto contrasto di interessi, che dovrebbe fornire un ulteriore supporto concreto alla lotta all’evasione fiscale

Ma di che cosa si tratta? Il contrasto di interessi consente la detraibilità di scontrini e ricevute sulle spese fatte dai contribuenti: letteralmente starebbe ad indicare il contrasto di interessi fra venditore e compratore, ovvero quando la convenienza a evadere dell’uno trova un ostacolo nella convenienza a rendere nota la transazione al Fisco da parte dell’altro.

Ma perchè dovrebbe servire da strumento antievasione? L’equazione all’apparenza è semplice: se il contribuente potrà dedurre dalla dichiarazione dei redditi scontrini e ricevute, sarà maggiormente incentivato a farne richiesta all’esercente.

Prima osteggiato, l’emendamento sul contrasto di interessi è passato con l’ok di Palazzo Chigi, lasciando dietro di sè però molte perplessità: il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani ha espresso il suo parere contrario commentando che “le situazioni di deducibilità o di detraibilità di spese già previste si sono rivelate fallimentari sia dal punto di vista dei risultati della lotta all’evasione che dal punto di vista del bilancio dello Stato“.

Alessia CASIRAGHI