Una ricerca presentata a Venezia, durante il Forum organizzato dai Giovani Imprenditori, intitolata “Credito e Burocrazia: il gattopardo delle imprese” ha messo in evidenza le maggiori problematiche che le imprese italiane devono fronteggiare in questo lungo periodo di crisi.
Avvalendosi dei dati Istat, lo studio ha reso noto che la burocrazia e la difficoltà di accesso al credito stanno mettendo in ginocchio molte pmi, per le quali è sempre più ostico rimanere in vita.
Non si tratta, però, di una notizia che stupisce, perché, se consideriamo che a settembre si era registrato un inasprimento dell’accesso ai prestiti bancari aumentato dal 24,5% al 28,2%, e un costo del prestito bancario alle imprese di 70 punti base superiore a quello medio dell‘area Euro, è chiaro che le aziende italiane sono in affanno già da un pezzo.
Inoltre, se l’importo del finanziamento scende e l’impresa richiedente ha dimensioni modeste, il conto può diventare molto più salato: per un prestito da 15mila euro da restituire in 72 mesi, difficilmente una pmi o una start-up potrà scontare tassi inferiori al 10%.
Il rapporto “Doing Business 2013” mette in evidenza le condizioni critiche del sistema bancario italiano: per l’accesso al credito l’Italia si colloca alla 104ma posizione su 185 Paesi presi in esame.
Ciò è testimoniato anche dalle indagini fatte sul terzo trimestre 2012, quando solo il 30,8% delle imprese dei servizi, commercio e turismo non ha avuto alcun problema, contro un 19,3% che è rimasto al palo senza riuscire a soddisfare le proprie esigenze finanziarie e un 49,9% che ci è riuscito ma ha avuto difficoltà.
Vera MORETTI