di Davide PASSONI
Dei defunti, spesso, ci ricordiamo solo durante questa settimana dell’anno, ma la gente muore anche nelle altre 51. La settimana in cui si celebrano la ricorrenza di tutti i santi e quella dei defunti è anche una settimana nella quale gli operatori del settore delle onoranze funebri hanno un gran bel da fare, più che nei restanti mesi.
Non dimentichiamo che stiamo parlando di un settore nel quale la densità di piccole imprese è assai elevata ed estremamente variegata: si va dalle imprese di onoranze funebri a quelle del marmo per tombe e monumenti, da chi produce e commercializza cofani funebri a chi si occupa degli addobbi floreali per le cerimonie di commiato, dalle fonderie per la produzione degli accessori metallici delle casse ai laboratori per la fabbricazione di apparati tessili. Insomma, un settore vivo (ci si perdoni l’aggettivo, involontariamente equivoco) che, a differenza di quello che è il sentire comune, si evolve, cerca di stare al passo con i tempi, di adattarsi ai cambiamenti, di affrontare le difficoltà, prima fra tutti la pesante crisi economica che stiamo attraversando.
Parliamo di realtà che muovono fatturati importanti; secondo Feniof, la Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri, le stesse imprese danno lavoro a circa 16mila persone – oltre ad altre 8mila impiegate con contratti a chiamata – e muovono ogni anno un giro di affari di quasi 1 miliardo e mezzo di euro. Giro dal quale resta escluso un indotto, su cui l’impresa funebre non alcuna incidenza, che vale quasi il doppio: 2 miliardi e 800 milioni. Tanta roba.
Un mondo che, come detto, è chiamato a rispondere ai cambiamenti e a reagire alle sfide. Perché anche se le persone continuano a morire (sono circa 560mila i decessi in un anno in Italia), il mondo si evolve, la gente si fa più consapevole e comincia a volere qualità, servizio e ritorno commisurati all’investimento per un funerale. Ecco allora nascere soluzioni nuove per gli addobbi floreali, un’offerta diversa per i cofani funebri, funerali a prezzi ridotti ma a pari dignità di servizio.
Insomma, un mondo che, per noi che parliamo di impresa e professioni, vale la pena esplorare prendendo l’occasione delle festività di inizio novembre senza però dimenticarcene per gli altri 364 giorni dell’anno. Invitiamo anche voi a questa esplorazione, da farsi rigorosamente senza pregiudizi né facili ironie: perché se fare impresa è un fenomeno umano, morire è un fenomeno naturale e né sull’uno né sull’altro è consentito scherzare.