Il Governo cerca di far risorgere l’Italia con il varo del decreto Sviluppo, chiamato anche Trasforma Italia, e che prevede misure per ottenere investimenti, ma anche sbloccare le infrastrutture e, soprattutto, digitalizzare il Paese e i cittadini e favorire la nascita di imprese innovative.
Il decreto, infatti, si basa in particolar modo sulle start up e sull’Agenda Digitale, con il credito d’imposta alle infrastrutture come ciliegina sulla torta.
Mario Monti ha accolto il decreto con soddisfazione ed orgoglio, contando molto sull’avvento, ormai prossimo, dell’agenda digitale. A questo proposito, infatti, il Presidente del Consiglio ha dichiarato: “Attraverso la circolazione del sapere, la condivisioni delle informazioni, la connettività, i servizi digitali al cittadino, si porranno le basi per recuperare il gap tecnologico del Paese. L’Italia potrà così diventare un luogo nel quale l’innovazione sia un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese“.
Addio quindi a vecchie carte di identità e tessere sanitarie: a breve un solo documento digitale le unificherà, e la stessa sorte toccherà ai fogli per le prescrizioni mediche, anch’esse presto digitali e uguali per tutto il territorio nazionale.
Niente più documenti cartacei neanche nelle università e obbligo per la P.A. di comunicare attraverso la posta elettronica certificata e di pubblicare online i dati in formato aperto e riutilizzabile da tutti.
Tutto ciò avverrà in nome del risparmio, e per questa operazione ambiziosa ma necessaria verranno stanziati 150 milioni di euro.
Ma il finanziamento maggiore, di 200 milioni, andrà a favore delle start up, che potranno godere anche di specifiche detrazioni per gli investimenti, di contratti di lavoro più flessibili, di vantaggi fiscali per gli investimenti e dell’azzeramento degli oneri burocratici e amministrativi.
Corrado Passera punta molto sulle imprese innovative perché “un Paese cresce se ha imprese così”.
Un’altra procedura che interesserà parecchio il futuro degli italiani riguarda la concessione fino al 2015 del credito di imposta al 50% su Ires e Irap per la realizzazione di nuove infrastrutture.
Il Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato a proposito: “Di soldi lo Stato non ne ha, con il credito d’imposta si possono mettere in moto opere che altrimenti non partirebbero. Potrebbero essere per decine di miliardi i lavori che questo meccanismo faliciterà“.
Vera MORETTI