Il 2012 si chiude con il segno più per l‘impresa manifatturiera italiana: nel primo semestre dell’anno il 49,8% delle aziende del settore (vale a dire praticamente una su due) ha incrementato le vendite dei propri prodotti all’estero rispetto al 2011. Nel dettaglio ha aumentato le esportazioni il 51,5% delle imprese poco esposte sui mercati esteri (quota export inferiore 25% del fatturato), e il 47,4% delle aziende più esposte sui mercati esteri (quota di export superiore al 75%).
I dati sono stati resi noti da uno studio dell’Istat riguardante ‘La performance delle imprese manifatturiere sui mercati esteri’. L’export è cresciuto del 9% per le imprese meno esposte sull’estero, e solo dello 0,2% per quelle che esportano oltre tre quarti del proprio prodotto. La presenza di imprese in espansione raggiunge il 53,2% tra le unità che esportano nei paesi extra-Ue, contro il 44,8% tra quelle orientate ai mercati Ue. Le frequenze più elevate di imprese in crescita si rilevano infatti tra le aziende che esportano in mercati come il Giappone, gli Stati Uniti e la Russia, mentre le più basse verso la Spagna e la Grecia.
Scendendo ancor più nel dettaglio, la frequenza delle unità in crescita è pari al 48,7% per le microimprese (1-9 addetti), al 49,9% per le piccole imprese (10-49 addetti), al 51,4% per le medie (50-249 addetti) e al 48,9% per le grandi. Dal punto di vista dei settori, le esportazioni sono aumentate nel 51,2% delle imprese per quanto riguarda l’offerta specializzata, nel 49,4% per la manifattura tradizionale, nel 49,3% nei settori a elevate economie di scala e nel 47,5% nelle imprese appartenenti ai settori ad alta tecnologia.
Da un punto di vista dimensionale, la migliore performance è realizzata dalle medie imprese (+1,9%), la peggiore dalle microimprese (-1,3%).