Aziende senza futuro per la difficoltà di accesso al credito e l’impossibilità di guadagnarsi la fiducia di fornitori senza disporre di un vero capitale. Le srl a 1 euro o semplificate, introdotte grazie alla legge entrata in vigore lo scorso 29 agosto, si riveleranno ben presto un flop. Almeno secondo Marina Calderone, Presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro e del Comitato unitario delle professioni.
“Una misura nata per incentivare l’imprenditoria giovanile – sostiene la Calderone – ma che non sortirà alcun effetto positivo. Da un lato, infatti, si dà la possibilità ai giovani di costituire, senza pagare alcun onorario al notaio, una società a responsabilità limitata con un euro di capitale; dall’altro, questa nuova forma di srl non potrà materialmente andare ad operare perchè non riceverà credito dalle banche, non riceverà fiducia dal mercato, da quelli che sono i fornitori”.
La Presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro ha sottolineato poi come la fase di start up dell’azienda, pur esonerata dal costo dell’atto notarile di costituzione, risulta gravosa per il neoimprenditore: il costo complessivo non risulta inferiore infatti agli 8.000 euro per via degli oneri di iscrizione presso i vari istituti e dalle relative tasse governative.
Il rischio, conclude la Calderone è anche per “quanti in futuro, dopo aver lavorato con queste società, non potranno vedere riconosciuto il proprio credito, proprio per l’esiguità del capitale sociale”.