Dopo il focus sulle Srl semplificate della Regione Lombardia, il viaggio di Infoiva prosegue alla volta del Piemonte, terra dove l’industria non è soltanto una vocazione ma una realtà sempre più feconda. Quarta provincia in Italia per numero di imprese, dopo Roma, Milano e Napoli, a Torino i giovani che decidono di fare impresa rappresentano oltre l’11% del totale delle aziende del territorio.
Per capire quali sono i vantaggi, i limiti e le prospettive future delle imprese cosiddette “a 1 euro”, Infoiva ha intervistato Maria Loreta Raso, Dirigente dell’Area Anagrafe economica della Camera di Commercio di Torino.
Srl semplificata: pensate sia una buona soluzione per incentivare l’imprenditoria in un momento così difficile?
La s.r.l. semplificata è una società la cui costituzione non richiede praticamente un impegno finanziario: l’obiettivo è quello di incentivare l’avvio di quelle attività, specie nei servizi, che si basano soprattutto sulle conoscenze e competenze dei soci, più che sull’investimento finanziario in impianti produttivi e merci. È dunque uno strumento utile per incentivare le società di servizi (es. settori della consulenza alle imprese) fra giovani che posseggono un forte capitale umano (talento) ma hanno poche risorse finanziarie (proprie o dei familiari); nei settori tradizionali (es. industria) il risparmio che si ottiene è invece limitato rispetto agli altri investimenti di start up (macchinari e/o scorte). Ricordo poi che lo strumento è stato anche concepito con l’obiettivo di far migliorare la posizione che l’Italia ricopre nella classifica mondiale sulla facilità di avviare un’impresa ( www.doingbusiness.org/rankings), in cui un parametro fondamentale riguarda proprio il capitale necessario all’avvio dell’ impresa. La classifica ha una forte ricaduta all’estero sull’immagine del sistema Paese.
Da alcune parti (notai, ma non solo) sono state sollevate alcune perplessità di fronte alla Srls. Voi ne avete?
La s.r.l. semplificata è indubbiamente una novità nel panorama societario italiano, soprattutto perché la sua costituzione è esente da onorari notarili: anche se il risparmio di cui si viene a beneficiare è modesto in termini assoluti, non va comunque sminuita la portata innovativa nel rapporto tra professionisti (in questo caso notai) e imprese; per questo sarà importante comprendere se con questa iniziativa sia stata aperta una strada nuova in questo ambito o si sia trattato di un’operazione isolata. Per quanto riguarda le perplessità, accade molto di frequente che una nuova norma susciti difficoltà tecniche di ordine interpretativo ed applicativo; tuttavia il Ministero dello Sviluppo Economico ha già diffuso circolari in materia, segno anche dell’importanza che si vuole dare a questo nuovo strumento per l’avvio delle imprese.
Come Camera di Commercio di Torino avete pensato a delle iniziative per favorire questo tipo di impresa, e in particolare per i giovani imprenditori che decidono di mettersi in gioco?
Al momento non abbiamo iniziative specifiche per questo tipo di natura giuridica, ma ci impegniamo da anni nel favorire l’avvio di impresa in ogni sua forma. La Camera di commercio di Torino, attraverso il settore Nuove imprese, fornisce da anni consulenza, formazione e informazione, in particolare ai giovani. Questo servizio è gratuito e si rivolge a tutti coloro che hanno un’intenzione concreta di mettersi in proprio e necessitano di approfondire i vari aspetti da considerare prima dell’avvio dell’attività.
In particolare:
• cogliere i pro e i contro delle diverse connotazioni possibili dell´impresa immaginata
• esaminare i costi amministrativi assicurativi e previdenziali di un’attività d’impresa
• venire rapidamente a capo dei vari adempimenti e requisiti amministrativi
• conoscere le opportunità di finanziamento pubbliche a supporto delle start up.
L’attività si svolge su appuntamento: www.to.camcom.it/nuoveimprese. Il Settore realizza inoltre ogni anno un programma di corsi di formazione e di incontri di aggiornamento per aspiranti imprenditori e piccole imprese sulle tematiche di maggior interesse, sempre con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’imprenditorialità.
Se l’estrema semplicità di avvio di un’impresa semplificata è il suo punto di forza, la dotazione minima di capitale non potrebbe rivelarsi nel tempo il suo principale punto di debolezza? Parlo soprattutto per l’accesso al credito o la richiesta di prestiti alle Banche, non disponendo di un capitale.
L’elemento più innovativo della s.r.l. semplificata non è quello del capitale ridotto ma quello della gratuità dell’atto notarile. Questo è vero anche in relazione all’accesso al credito: per una banca fa poca differenza se la società ha il capitale di 1 euro o di 10.000 (soglia minima per le s.r.l. “normali”), le garanzie che chiede per un finanziamento sono superiori, e non si esauriscono certo nel capitale sociale, che peraltro è un capitale investito e non disponibile.
Negli auspici di chi ha ideato la Srls c’è quello che le imprese ricomincino a nascere: ma qual è il bilancio a Torino in termini di natalità/mortalità delle imprese?
Con 237.433 imprese registrate, la provincia di Torino si è confermata anche nel 2011 quarta in Italia dopo Roma, Milano e Napoli. Per la prima volta in 10 anni però il numero di imprese registrate è sceso: le nuove iscrizioni evidenziano il valore più basso dell’ultimo decennio (-4,9% rispetto al 2010), mentre le cancellazioni salgono del 7,6%. Il tasso di crescita, dunque, rallenta e si attesta allo 0,36% (era l’1,20% nel 2010). Nel lieve calo generale, spiccano però alcuni settori in crescita, come ad esempio il turismo (+ 2,9%) e i servizi alle persone (+ 2,1%). Cresce ancora l’imprenditoria straniera, mentre un’impresa su quattro 4 è femminile. Le imprese giovanili in provincia di Torino a fine 2011 ammontano a 27.290: l’11,5% del totale. Il 90,8% di queste imprese conta al suo interno solo under 35 (cosiddetta “presenza giovanile esclusiva”). Il 27,8% si dedica al commercio, il 25,4% è attivo nel settore delle costruzioni, mentre il 7,7% si occupa di attività dei servizi di alloggio e ristorazione. Spiccata la preferenza (79,1%) per l’impresa individuale (la quota media delle imprese torinesi che la scelgono è del 53,3%). Venendo all’anno corrente, le imprese registrate a fine giugno 2012 sono risultate 235.403 con una flessione dell’1,1% nei confronti dello stesso periodo dell’anno precedente.
Alessia CASIRAGHI