di Alessia CASIRAGHI
Cali significative nelle presenze, vacanze sempre più brevi e molto spesso all’aria aperta. Il settore turistico risente del momento di stallo economico anche all’ombra del Colosseo, nella Regione Lazio, dove, per dare qualche numero, le sole isole Pontine hanno registrato una diminuzione delle presenze pari al 20%. Per fare il punto della situazione su quest’estate 2012, Infoiva ha interpellato il Presidente di Federalberghi Lazio, Walter Pecoraro. Che lancia un appello a ministri e Governo: investire di più sull’unica vera ricchezza del nostro Paese, il turismo e le risorse paesaggistico-culturali.
Un primo bilancio a caldo sull’andamento, nel Lazio, della stagione turistica che si sta concludendo.
In via generale si è registrato un calo in termini di presenze e di permanenza media nella Regione Lazio, che riflette il dato complessivo nazionale. Unica eccezione Roma, dove , pur in presenza di una diminuizione delle tariffe e conseguentemente dei fatturati, abbiamo registrato un aumento delle presenza turistica nell’ordine del 4-5%.
Quali tipologie di strutture hanno privilegiato i turisti? Il piccolo albergatore riesce ancora a trovare il suo spazio?
Chi è andato in vacanza ha preferito soggiornare negli hotel i quali, riducendo i propri margini di guadagno, hanno realizzato iniziative promozionali per andare incontro alle esigenze della domanda. Tuttavia va segnalato un aumento del turismo all’aria aperta, probabilmente dovuto dallo scenario economico complessivo, che indirizza i consumatori verso strutture turistiche a costi più contenuti.
Quali aree della Regione hanno registrato il maggior numero di prenotazioni?
L’unica realtà che ha registrato tassi di crescita è l’area romana, mentre le altre aree territoriali della Regione hanno subito dei cali seppur differenziati da realtà a realtà. Significativi al riguardo sono i dati del mare Pontino, che ha registrato un calo nell’ordine del 15/20% e il comparto turistico termale, che ha perso il 20% rispetto al 2011.
Le isole Pontine, in particolare, hanno segnato un record negativo quest’anno? Perché?
Le isole Pontine hanno registrato un calo del 20%. A pesare è stata soprattutto la minor presenza del turismo d’élite, costituito da maxy yacht e grandi barche a vela, allontanati dalla paura dei controlli fiscali. Sicuramente si trattava di una tipologia di turista che tra shopping e ristoranti rappresentava una fonte di arricchimento e guadagno per il territorio e la regione. Tra le motivazioni del calo vanno poi a sommarsi altre cause come l’aumento del costo carburante, la tassa di soggiorno, la tassa di sbarco.
Il rincaro dei carburanti e la stretta del fisco quanto hanno inciso sull’afflusso di turisti nella Regione?
È una delle voci che sicuramente ha inciso maggiormente, soprattutto per la fascia di turismo medio-bassa la cui propensione ai consumi si è contratta.
L’applicazione della tassa di soggiorno ha inciso negativamente sul turismo?
Anche questa voce, aggiunta la costo del carburante ed alla minor propensione alla spesa, non possiamo considerarla di certo un incentivo poiché contribuisce ad elevare il costo complessivo della spesa turistica del consumatore.
Capitolo Imu. Che impatto ha avuto e avrà sul settore alberghiero regionale?
L’Imu ha avuto e avrà un impatto significativo sui costi delle imprese turistiche, sia per quelle proprietarie dell’immobile, sia per quelle che gestiscono in locazione, poiché i proprietari immobiliari tenderanno a far ricadere sui canoni di locazione l’onere dell’Imu. Purtroppo in un momento di mercato in cui non ci si può permettere l’incremento delle tariffe, l’aumento dei costi incide sulla redditività aziendale e quindi sulla ricchezza complessiva del settore turistico e dei territori.
Quali iniziative sono state promosse per incentivare il turismo nella Regione Lazio?
Le iniziative messe in pista sono state indirizzate verso la promo-commercializzazione dei territori e dei prodotti turistici, sia da parte della componente pubblica (Regione Lazio in primis, Roma Capitale, Province ecc..), sia da parte della componente privata, che ha impegnato e continua ad impegnare molte risorse per favorire il turismo nella nostra regione.
Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? C’è ottimismo, pessimismo…
Premesso che varia da territorio a territorio, è sicuramente vacillante tra l’ottimismo ed il pessimismo a seconda delle notizie che arrivano dal contesto economico nazionale ma anche europeo e mondiale. Soprattutto permane una forte preoccupazione per l’incertezza circa la durata di una crisi che sta facendo sentire significatamene i suoi effetti.
Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il turismo in Lazio?
Essenzialmente due cose: da una parte nell’immediato l’abolizione della tassa di soggiorno, dall’altra chiederei maggiori competenze e risorse a livello nazionale per evitare l’eccesso di “federalismo turistico”, che ci ha fatto perdere posizioni a livello mondiale. E’ necessaria una maggiore incisività da parte del Ministero nelle politiche governative, che da sempre è molto attento ad un’industria che ormai mostra i segni di un irreversibile declino, ma è troppo poco attento e interessato all’unico vero volano economico del nostro Paese: il turismo e le risorse culturali ed ambientali dell’Italia.