E’ andato ben oltre le previsioni il risultato conclusivo della chiusura agevolata delle controversie con l’Agenzia delle Entrate sotto i 20.000 euro. Sono state circa 133.000 le domande di definizione delle liti fiscali minori quale strumento che i contribuenti hanno scelto per chiudere il contenzioso con il Fisco, approfittando della definizione agevolata delle liti fiscali pendenti fino a 20mila euro prevista dall’articolo 39 del Dl n. 98 del 2011.
Una scelta che ha già portato nelle casse dell’Erario oltre 170 milioni di euro, superando abbondantemente le previsioni di incasso, stimate originariamente in 112 milioni di euro. A tale somma vanno aggiunti gli importi già pagati in pendenza di giudizio.
La scadenza per il pagamento, fissata originariamente al 30 novembre 2011, è stata poi differita al 2 aprile scorso dal decreto “milleproroghe” n. 216/2011, che ha anche ampliato l’ambito delle liti definibili, modificando dal 1° maggio al 31 dicembre 2011 la data entro cui doveva risultare “pendente” la lite per poter accedere alla definizione agevolata.
E’ la Sicilia la regione nella quale è stato presentato il maggior numero di domande (21.884), seguita dalla Campania (17.470), dal Lazio (15.962), dalla Lombardia (12.553) e dalla Puglia (10.613).
Il successo di questa operazione riduce sensibilmente il carico di lavoro degli Organi giurisdizionali, con l’effetto di accelerare i processi di maggior valore. La chiusura agevolata è stata introdotta per ridurre le liti pendenti e, dunque, accelerare ulteriormente i tempi della giustizia tributaria, diminuendo sensibilmente la microconflittualità. In relazione a tutte le liti in cui è parte l’Agenzia delle Entrate – e quindi non solo quelle con valore fino a 20mila euro – le domande di chiusura riguardano il 23% degli atti impugnati con giudizio pendente in Commissione tributaria provinciale, il 47% in Commissione tributaria regionale e il 14% in Cassazione.
Ciò costituiva l’opportuna premessa per il debutto della mediazione tributaria, avvenuto il 2 aprile scorso, la quale consente di evitare tutte quelli liti “minori” in cui vi è una concreta possibilità di definizione stragiudiziale, come chiarito con la circolare 19 marzo 2012, n. 9/E.