Il primo weekend dei saldi non ha fatto il botto. Nemmeno a Milano. A farla da padrone, almeno secondo Federmoda, gli stranieri, le griffe di lusso e il centro storico, che hanno segnato un meno preoccupante – 4% rispetto ai risultati del 2011.
Per tracciare un bilancio iniziale e misurare la temperatura nel mondo del commercio, della moda e della piccola imprenditoria milanese, oggi Infoiva vi propone un’intervista esclusiva a Guglielmo Miani, capo dell’Associazione di via Monte Napoleone. Una chiacchierata in cui abbiamo fatto il punto su saldi, boutique del lusso, piccoli negozi dell’eccellenza made in Italy, quelli che esistono, persistono, nel Quadrilatero, presi d’assalto dai nuovissimi acquirenti dalla Grande Muraglia.
Primo weekend di saldi a Milano: qual è il bilancio di quest’anno per i negozi del Quadrilatero della Moda? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è positivo considerando la profonda crisi e in linea con i risultati ottenuti nel 2011. Il risultato è merito soprattutto del gran afflusso di acquirenti stranieri.
Perché i commercianti di Via MonteNapoleone hanno scelto di non aderire ai saldi anticipati? Questo ha portato benefici sull’andamento del primo weekend di saldi?
La scelta di non aderire agli sconti anticipati è stata motivata in prima istanza dal fatto che la deroga sia arrivata con pochissimo tempo di anticipo per potersi organizzare. Ma soprattutto anticipare i saldi non avrebbe portato beneficio ai nostri marchi, che creano prodotti di lusso con un alto contenuto qualitativo, creativo e stilistico. Vederli svenduti ancor prima dell’inizio dei saldi ufficiali non darebbe di certo un segnale positivo.
I saldi nascono per svuotare i magazzini a fine stagione, anticiparli non gioverebbe al mercato e all’immagine dei brand. Se ci sono possibilità e voglia di ridurre i prezzi, che questo sia fatto piuttosto a inizio collezione. Mi riferisco a promozioni per una clientela selezionata, un’iniziativa che si rivelerebbe positiva, ma ci devono essere regole condivise e rispettate. Occorre ad esempio stabilire un tetto massimo di percentuale di sconto e un tetto massimo alla quantità di merce scontabile in boutique.
Com’è andata nella capitale della moda?
A Milano, chi ha accettato di aderire ai saldi anticipati è rimasto molto deluso. Certamente la nostra scelta di non aderire ha portato benefici: anche quest’anno, come in passato, abbiamo avuto code agli ingressi delle boutique del Quadrilatero. Questa decisione ci ha permesso di mantenere alta l’aspettativa tipica che si crea nel primo giorno dei saldi e di evitare i risultati negativi. Inoltre abbiamo tutelato anche i clienti stranieri che da mesi avevano previsto l’arrivo in città in concomitanza con questo periodo.
Come è cambiata la geografia del Quadrilatero della Moda nell’ultimo anno? Ci sono stati negozi costretti a chiudere o alcuni negozi sono stati sostituiti da altri?
Nei primi 4 mesi del 2012 MonteNapoleone ha segnato una crescita del 30%. Sono svariati i marchi che hanno scelto di aprire in questa zona, sia ristrutturando boutique già esistenti o aprendone di nuove. Il lusso è meno soggetto alla crisi.
Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo di più (italiani/ stranieri; altospendenti/mediospendenti)?
Stranieri con un budget di spesa sia medio che alto.
Anche gli stranieri, russi in prima fila, preferiscono acquistare merce in saldo? Questo è un bene per le piccole imprese del lusso e i grandi negozi del centro?
I russi sono clienti abituati a trattare, come gli arabi, e quindi il periodo dei saldi per loro è un buon momento per concludere ottimi affari. Va sottolineato che quest’anno abbiamo riscontrato una crescente presenza di clienti cinesi rispetto agli anni precedenti. La clientela che proviene dall’Estremo Oriente è in netto aumento: il loro numero è più che raddoppiato rispetto a russi e arabi.
Quali sono le previsioni sul futuro? Il Quadrilatero della Moda diventerà ad unico appannaggio di acquirenti stranieri?
Il futuro di MonteNapoleone dipende dalla capacità di attrarre i turisti provenienti dalle economie in forte espansione, come Cina, Russia, Medio Oriente, che oggi crescono nonostante la difficile congiuntura economica globale. Gli italiani, in questo preciso momento storico e sociale, si trovano ad affrontare una durissima crisi economica, il livello di fiducia è basso, come il loro potere d’acquisto. Questo si ripercuote inevitabilmente sull’effettiva voglia di spesa, di fare acquisti e di concedersi uno sfizio anche delle fasce che potrebbero permettersi di acquistare beni di lusso.
Alessia CASIRAGHI