Da quanto emerge dall’analisi dei fallimenti in Italia relativa al secondo trimestre 2012, realizzata da Cribis D&B, la società del Gruppo Crif specializzata nella business information, nei primi 6 mesi del 2012 sono quasi 35 le imprese che ogni giorno sono costrette a chiudere nell’arco del territorio nazionale. Più di 1000 al mese, per un totale di 6.321 fallimenti. Dopo i 3.212 casi rilevati nel primo trimestre, infatti, da aprile a giugno sono fallite altre 3.109 imprese. E dal 1 gennaio 2009 alla rilevazione attuale sono complessivamente 39.159 le imprese che hanno portato i libri in Tribunale, con un trend di aumento costante.
Il numero di fallimenti registrato in Italia nel secondo trimestre 2012 appare tuttavia in calo rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno (-9% la variazione rispetto al secondo trimestre 2011), ma in crescita nel confronto con lo stesso periodo del 2010 (+4%) e del 2009 (+30%). Con riferimento al secondo trimestre di ogni anno si è passati dai 2.391 casi del 2009, ai 3.001 del 2010, ai 3.411 del 2011, fino ai 3.109 attuali.
“Il numero dei fallimenti rimane molto al di sopra dei livelli pre-crisi – spiega Marco Preti, ad di Cribis D&B -. La crisi economica ancora irrisolta e le difficoltà sul mercato del credito fanno sì che oggi insoluti anche non gravi possano mettere seriamente in difficoltà anche aziende solide, soprattutto quando provengono dalla clientela storica dell’impresa e alla quale, magari, si sono concessi tempi lunghi di pagamento e fidi commerciali elevati”.