Confesercenti appoggia in pieno le dichiarazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze Vittorio Grilli, che si era espresso favorevolmente sulla necessità di scongiurare definitivamente, e non solamente rinviare, l’aumento delle aliquote Iva. Un incremento che, se partisse come previsto a Luglio 2013, secondo le elaborazioni originali Confesercenti genererebbe un prelievo aggiuntivo di 7 miliardi di euro nel 2013 e del doppio nel 2014. L’incremento di gettito si tradurrebbe in un maggior carico fiscale di circa 200 euro l’anno per ciascuna delle 24 milioni di famiglie italiane. Un onere che si aggiungerebbe ai quasi 150 euro già sopportati per l’aumento dell’Iva ordinaria dal 20% al 21%, varato nell’autunno 2011.
L’effetto sui prezzi al consumo sarebbe intorno agli 0,8 punti percentuali. Un peso in più per tutti i consumatori, specialmente per quelli più deboli: che fra inflazione e aumento dell’aliquota intermedia Iva (che interessa molti servizi e generi di largo consumo) sarebbero i più colpiti dall’intervento, con un’inevitabile contrazione della capacità di spesa per i prodotti essenziali. Una capacità di spesa già molto ridotta, come si è potuto notare chiaramente dagli ultimi saldi. Non c’è altra via che trasformare la Spending Review in una grande operazione strutturale di risparmio, per liberare risorse da usare per tagliare il carico fiscale sul lavoro. Sciagurati sarebbero, invece, ulteriori interventi sull’Iva, che eroderebbero ulteriormente i redditi dei cittadini e porterebbero alla chiusura delle imprese, con le ovvie conseguenze sociali e occupazionali.