Il Sud a rischio per il crescere del numero dei protesti e per i gravi ritardi nei pagamenti. L’allarme è lanciato dalla società di business information Cerved: “Il peggioramento delle condizioni economiche-finanziarie delle imprese italiane, osservato da quando nella seconda metà del 2011 l’economia è rientrata in recessione, è proseguito anche nei primi tre mesi del 2012. I dati sui protesti e ritardi nei pagamenti mostrano una situazione particolarmente allarmante nelle regioni del Mezzogiorno e tra le imprese operanti nel settore delle costruzioni“.
Secondo quanto rilevato da Cerved, nei primi tre mesi dell’anno sono oltre 21mila le società cui è stato protestato almeno un assegno o una cambiale, +8,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. “Il dato è il secondo valore più alto di un singolo trimestre dall’inizio della crisi del 2008 ed è accompagnato da un aumento dei protesti tra le imprese individuali: si contano infatti quasi 47mila imprenditori con almeno un protesto, in crescita del 3,2% rispetto al primo trimestre 2011“.
Preoccupante la situazione al Sud, mentre al Nord la situazione, benché negativa, è abbastanza stabile. Nei primi tre mesi del 2012 i protesti sono aumentati con tassi a due cifre sia nel Mezzogiorno (+13,5%) sia nel Centro (+10,6%). La diffusione del fenomeno “ha raggiunto livelli particolarmente preoccupanti in Calabria, dove l’1,9% delle imprese operative ha avuto almeno un titolo protestato nel primo trimestre del 2012 (l’1,4% del Mezzogiorno)“, afferma ancora Cerved, che prosegue: “Le difficoltà osservate per il complesso delle società non individuali non risparmiano nessun settore: la situazione più critica la vive il comparto dell’edilizia, settore in cui l’1,5% delle società operative sono state protestate nel primo trimestre dell’anno e in cui il fenomeno risulta in crescita con tassi a due cifre rispetto allo stesso periodo del 2011 (+12,5%)“. Il terziario invece “è il settore dove si conta il maggior numero di soggetti protestati: 11.500 aziende, pari allo 0,8% di tutte quelle operative, con un aumento del +8,3% sull’anno precedente“.
Ma non basta. Nel Mezzogiorno, sostiene Cerved, “il peggioramento del fenomeno dei protesti è accompagnato da un ulteriore aumento dei tempi di liquidazione delle fatture. L’attesa per i pagamenti delle società meridionali è passata da 90,4 giorni dell’ultimo trimestre 2011 a 92,9 dei primi tre mesi 2012, con un’accresciuta diffusione dei ritardi gravi che vede il 10,5% delle stesse saldare le fatture con oltre due mesi di ritardo“.
Niente di nuovo sotto il sole della crisi, purtroppo…