Ci risiamo. Nei mesi scorsi la Rai aveva cercato di spillare i quattrini dell’insulso canone a professionisti e lavoratori autonomi in quanto possessori di apparecchi come pc e simili, persino smartphone, normalmente non finalizzati alla ricezione di programmi tv ma “atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo“. Poi, a fronte di interrogazioni parlamentari e minacce di diserzione fiscale, il dietro front che pareva avere chiuso la partita. Pareva, perché in realtà ci risiamo.
Fiavet (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo) segnala infatti che la Rai sta sollecitando alle agenzie di viaggio il pagamento del canone se in possesso di un apparecchio munito di sintonizzatore: ovvero un televisore oppure un computer in grado di ricevere il segnale digitale o satellitare. Ma le agenzie di viaggio, come tante altre piccole imprese, posseggono per lo più solamente computer connessi alla rete Internet, necessari per l’attività di impresa e già esclusi dall’obbligo di pagamento del canone.
Inferocito Fortunato Giovannoni, presidente della Fiavet: “Le nuove richieste di pagamento del canone Rai che stanno arrivando in questi giorni in tutte le agenzie di viaggio italiane sono inutili e sgradevoli. La Rai cerca di fare cassa tornando a chiedere soldi alle agenzie. Soprattutto in un periodo di alta stagione come quello che stiamo attraversando, durante il quale gli agenti cercano di portare a casa con fatica qualche risultato, riteniamo incomprensibile l’invio di queste nuove comunicazioni, che generano confusione e distolgono l’attenzione degli agenti dal loro lavoro“.
Consiglio alle agenzie di viaggio: prenotate una bella vacanza per mamma Rai, mandatela… a quel paese.