di Davide PASSONI
Lo abbiamo scritto più volte su queste pagine. A noi non interessa fare i macabri pallottolieri della morte. E non siamo nemmeno di quelli che si svegliano adesso e scoprono che la crisi fa più morti, quasi, della mafia.
Però in queste ultime 96 ore la serie di suicidi legati in qualche modo alle difficoltà economiche si è fatta impressionante. Ieri, lunedì 7 maggio, un agente immobiliare di 52 anni è stato trovato morto in un parco di Vicenza, vicino a una scuola materna. L’altroieri, domenica 6 maggio, un artigiano veneziano di 40 anni, in difficoltà con le rate del mutuo, si è ucciso con un cavo elettrico fissato al soffitto del suo appartamento. Sabato 5 maggio, un precario siciliano si è impiccato nel garage della sua villetta nell’Ennese e un pensionato di 72 anni di Pozzuoli ha tentato il suicidio mentre si trovava all’interno della sua officina per il rimessaggio delle barche: aveva ricevuto una cartella esattoriale per svariate migliaia di euro, non è morto ma non ci sono speranze di salvarlo. E sempre ieri, lunedì 7 maggio, un imprenditore di Calolziocorte, nel Lecchese, ha tentato di impiccarsi nel suo giardino, disperato per i debiti e per le cartelle esattoriali: la figlia 16enne lo ha visto in tempo tenuto sollevato fino all’arrivo della madre. L’uomo è grave ma non critico all’ospedale di Lecco.
E dal governo? Nemmeno una parola, neppure di fronte alla marcia delle vedove della crisi che venerdì scorso, a Bologna, ha attraversato la città come uno sfregio. Una prova, o una scelta, di distacco (non vogliamo dire indifferenza, ma forse…) che da un Esecutivo è tanto più incomprensibile e vigliacca quanto più lo stesso Esecutivo manda in prima linea in questa guerra (perché di guerra si tratta, quando ci sono di mezzo i morti) i signori di Equitalia, defilandosi dai cittadini, dai contribuenti, dalla vita di ogni giorno in nome del rigore, del risanamento dei conti, dell’Europa che vuole l’Italia virtuosa a ogni costo. A ogni costo, anche a quello di disgregare il tessuto produttivo che la sorregge insieme alle prospettive di futuro di imprese e cittadini che, ormai, vedono nello Stato un nemico e non un alleato. Vi sembra forse che i morti di Fisco siano stati uccisi da fuoco amico a caccia di sporchi evasori?