di Davide PASSONI
Incredibile. I professori fanno autocritica. E non un professore qualunque, no: la più prof delle prof, il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Quella che con il ditino alzato, non più tardi di qualche giorno fa aveva etichettato la media degli studenti italiani come dei somari (forse con qualche ragione). Proprio lei, quella che con le lacrime agli occhi parlava dei sacrifici chiesti ai pensionati, anziché ai parlamentari, per raddrizzare l’economia dell’Italia. Un’autocritica che ha come oggetto proprio, tra gli altri, i pensionati: Fornero ha infatti ammesso che riguardo “all’attenzione ai segmenti più deboli, forse siamo in ritardo. Ammetto una qualche mia responsabilità, è mancata forse una maggiore attenzione a quelli che sono i più sofferenti nel Paese“.
Beh, se n’è accorta adesso, ma non è il caso di dire meglio tardi che mai. Pensionati, esodati, famiglie monoreddito, piccole imprese, artigiani: una minima parte dell’elenco dei sacrificati sull’altare del salva-Italia. Perché, anche se Fornero sostiene che l’Esecutivo ha puntato sul rigore per uscire dalla crisi pensando a una crescita a breve “che non si è avuta e si è pensato che ci sarebbe stata più attenzione ai segmenti più deboli“, non basta come autocritica. Sbagliare sulla pelle e sulla vita delle persone non è accettabile, né se lo fanno i politici né se lo fanno i tecnici.
Un’affermazione tanto irritante quanto quella fatta dal premier Monti in riferimento ai suicidi di imprenditori e lavoratori dipendneti provocati dalla crisi: “Le conseguenze umane come quelle economiche che derivano dalla crisi sono grandi visibili ed evidenti” salvo poi aggiungere che quanto accade “dovrebbe far riflettere chi ha portato l’economia in questo stato e non chi da questo stato sta cercando di farla uscire“. Un’autoassoluzione che lascia basiti. Noi non siamo di quelli alla Di Pietro che sostengono che il Governo sia responsabile delle morti per crisi, ma pensiamo che, con certe misure, abbia peggiorato una situazione già tetra. Abbiamo chiesto da queste pagine che il premier battesse un colpo sull’argomento con una parola di vicinanza a quanti hanno subito un lutto. Ha scelto il modo peggiore per non farlo, scaricare la colpa su chi lo ha preceduto e dimostrare ancora una volta una freddezza sconcertante. Forse è giusto così, forse il personaggio Monti e il suo ruolo non prevedono che si sbilanci ma solo che salvi il Paese dall’abisso. Caro Monti, lo si può fare anche dimostrando un minimo di umanità, glielo assicuriamo.