di Giulia DONDONI
È stato approvato in via definitiva dal Consiglio Nazionale Tributaristi INT il nuovo mandato per incarico professionale che il tributarista dovrà fare sottoscrivere al proprio committente e controfirmare.
Il nuovo modello, che sostituisce il precedente, contiene ulteriori indicazioni circa l’attività svolta dal tributarista e le abilitazioni possedute, l’indicazione della polizza assicurativa di r.c. verso terzi e altri obblighi come i il rispetto del Codice Deontologico e dell’ aggiornamento professionale, il numero di iscrizione all’INT, il preventivo di massima ed altri obblighi e/o diritti delle parti.
Inoltre, nella parte di dichiarazioni del committente si evidenzia che lo stesso è edotto che il tributarista non è iscritto all’Albo unico dei dottori commercialisti ed esperti contabili di cui alla Legge n.34/2005 e D.Lgs. 139/2005, il tutto in modo da dare massima trasparenza alla tipologia di attività svolta e fornire chiare indicazioni sulle proprie abilitazioni.
Evidenziando così in modo inequivocabile il non possesso di quel titolo professionale e delle abilitazioni ad esso collegate, ciò per la massima trasparenza ed il rispetto di quanto contenuto nella Sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 11545/2012 a SS UU.
Così ha dichiarato il Presidente dell’INT Riccardo Alemanno: ” Un documento che chiarisce in modo ancora più preciso ed inequivocabile, quanto già da sempre noi evidenziamo ovvero di essere tributaristi e non qualcosa di simile ad altre figure professionali, delle quali rispettiamo con la massima attenzione le funzioni riservate, rispetto che però pretendiamo per la nostra attività, orgogliosi di essere tributaristi, tributaristi iscritti all’ INT. Credo che questa sia la risposta più efficace alla legittima iniziativa del Presidente del Consiglio nazionale DCEC sull’ esercizio abusivo della professione e sull’abuso di titolo professionale, anche noi siamo assolutamente d’accordo sulla lotta a chi vanta abilitazioni professionali di cui non è in possesso e a chi , non dichiarando chiaramente l’attività svolta può indurre in errore i terzi e quindi carpirne la buona fede, e siamo anche noi attenti a monitorare gli indizi che evidenziano anomalie nello svolgimento dell’attività professionale come chi la esercita, questi si sono i veri abusivi, senza dichiararne i compensi all’erario e quindi sottraendoli alla tassazione, ma ciò non riguarda i tributaristi dell’INT pertanto non ci sentiamo oggetto delle suddette iniziative. Di questo ritengo siano perfettamente consci i membri del CNDCEC, poiché il loro rappresentanti siedono con i nostri nella Commissione centrale sugli Studi di settore del Ministero delle Finanze, dove vengono determinati e discussi i parametri per la determinazione dei ricavi delle varie categorie professionali ed il cluster dello studio di settore, specifico per i tributaristi pertanto differente da quello dei dottori commercialisti ed esperti contabili, analizza le attività svolte da questi professionisti, attraverso le quali il tributarista produce reddito da lavoro autonomo professionale, analisi che viene svolta in contraddittorio con i rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria e delle professioni economico-contabili. Evidentemente non possiamo essere noi i destinatari delle iniziative di vigilanza degli Ordini locali sollecitate dal Presidente Siciliotti.”