di Davide PASSONI
Evviva i professori! Bravissimi tanto ad alzare il ditino e a bacchettare quanti si permettono di obiettare su alcune loro “sviste” (vedi l’abbaglio sugli esodati), quanto a fare ciò che erano bravissimi a fare i loro predecessori, odiosi politici: prendere soldi da chi ha sempre dato e lasciare la spesa pubblica solo al suo destino di aumento senza senso.
E, a proposito di tasse, dopo il pasticcio dell’Imu e la conseguente legnata che ci aspetta, la gente si deve ricordare che a ottobre, con tutta probabilità arriverà un altro regalino dalla banda Monti: l’aumento dell’Iva dal 21 al 23%. Due punti percentuali che, stando ai conti della solita Cgia di Mestre, nel 2012 ai contribuenti italiani costeranno 19,9 miliardi di tasse in più rispetto al 2011. Nel 2013, invece, il maggiore aggravio fiscale, rispetto a due anni prima, sarà pari a 32,5 miliardi. Tra due anni, infine, il peso delle nuove imposte, rispetto a tre anni prima, sarà di 34,8 miliardi. Un’escalation che, salvo novità dell’ultima ora, tra il 2012 e il 2014 porterà sì, Dio lo voglia, il raggiungimento del pareggio di bilancio ma al prezzi di 87,3 miliardi di tasse in più.
Un’analisi fatta prendendo in esame le maggiori e le minori entrate previste dal decreto “salva Italia” e le disposizioni fiscali annunciate nella riforma del mercato del lavoro che, molto probabilmente, farà sentire i suoi effetti a partire dal 2013. Non si è tenuto conto, invece, degli effetti del decreto sulle semplificazioni fiscali che, secondo l’associazione mestrina, saranno molto modesti.
Durissimo Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre: “Ormai rischiamo di rimanere soffocati dalle tasse. E’ vero che il Governo Monti è stato costretto ad intervenire in maniera molto decisa per salvare il Paese dal fallimento. Ma è altrettanto vero che si è agito solo ed esclusivamente sul fronte delle entrate. Nel salva Italia, ad esempio, l’effetto complessivo della manovra è costituito per l’81,3% da nuove entrate e solo il 18,7% da tagli alla spesa. Un sacrificio immane che rischia di schiacciare il Paese sotto una montagna di imposte, con il rischio, così come ha sottolineato qualche giorno fa il Fmi, di raggiungere il pareggio di bilancio solo nel 2017 e non, come previsto dal Governo Monti, nel 2013“.
“Se poi – prosegue Bortolussi – alle misure introdotte dal Governo Monti aggiungiamo anche quelle introdotte l’estate scorsa dal Governo Berlusconi, nel triennio 2012/2014 il peso fiscale medio in capo a ciascuna famiglia italiana sarà pari a 8.200 euro circa. Ad oggi le famiglie italiane non hanno ancora subito nessun serio contraccolpo economico, in quanto hanno pagato poco più di 500/600 euro. Praticamente solo il 7% della cifra totale che dovranno sborsare in questo triennio. Purtroppo, la mazzata arriverà verso la fine di quest’anno quando a ottobre subiranno il probabilissimo aumento dell’Iva e a dicembre saranno chiamate a versare il saldo dell’Imu“.