Si sente sempre più spesso parlare di democratizzazione della moda e di lusso democratico. Concetti usati, e spesso abusati, per spiegare una tendenza molto diffusa nel fashion system che induce le più importanti maison di moda a stringere partnership con le cosiddette catene del fast fashion.
Il colosso svedese low cost H&M è stato tra i primi a stringere collaborazioni con i grandi marchi. Karl Lagerfeld, Stella McCartney, Jimmy Choo, Versace e, da ultimo, Marni hanno lanciato speciali capsule collection, in edizione limitata, al “nobile” scopo di avvicinare la moda al popolo. Sulla base del crescente successo delle partnership di H&M, il Gruppo Coin ha deciso di affrontare la sfida della moda democratica, prima con Elio Fiorucci che ha firmato una collezione per Ovs, poi con Ennio Capasa di Costume National che ha lanciato, sempre per Ovs, EEqual.
Oggi è il turno di Kristina Ti, maison di moda della stilista torinese Cristina Tardito, che, prima di approdare al prêt à porter delle passerelle milanesi, disegnava intimo e romantici costumi da bagno. Si chiama “Ti per Te by Kristina Ti” la label, approdata il 22 marzo 2012 nei grandi magazzini Ovs, che propone leziose sottovesti, reggiseni e slip su cui sono stampati romantici fiorellini, tratto distintivo dell’heritage della maison. A maggio sarà la volta dei costumi e del beachwear.
Una collezione, quella di Kristina Ti, vezzosa e bon ton, così come nell’animo del brand, rifinita e curata nei minimi dettagli (l’appendiabito, infatti, è realizzato in velluto perché la lingerie non scivoli via) ad un prezzo decisamente cheap: i costi sono a partire da 9,99 euro e raggiungono un tetto massimo di 39,99 euro.
Che il mondo della moda sia improvvisamente diventato buono e abbia smesso di avere quella puzza sotto al naso che da sempre lo contraddistingue? Ci chiediamo se, davvero, le grandi maison del lusso si siano inaspettatamente redente dallo snobismo e abbiano cominciato ad accettare l’idea di concedere al volgo di indossare i loro preziosissimi capi. Non sarà forse che il vento gelido della crisi si sta facendo sentire minaccioso anche sulle loro teste protette da cappelli Borsalino o avvolte in foulard di Hermès?
Sia come sia, il vero banco di prova per comprendere dove andrà questa tendenza sono i negozi sotto casa. Se queste maison cominceranno a realizzare collezioni da vendere anche nel negozietto all’angolo, allora la rivoluzione sarà davvero cominciata. Stiamo a vedere.