di Vera MORETTI
Contro la malasanità è arrivata una nuova figura professionale: l’hospital risk manager. Suo, infatti, è il compito di gestire, monitorare e prevenire i rischi in corsia, oltre al difficile ruolo di coordinatore nella costituzione di una squadra che evitare danni a pazienti, medici, infermieri e tecnici.
Le competenze che questa figura deve avere sono trasversali, perché deve sapere cosa fare in caso di una trasfusione sbagliata, ad esempio, ma anche in casi di tubature rotte. E in ogni eventualità deve poterci “mettere una pezza”.
I rischi da gestire, in ambito sanitario, sono infatti molteplici, come spiega Roberto Agosti, docente Cineas e risk manager presso l‘azienda ospedaliera di Desio e Vimercate: “s’intendono tanti aspetti, dai farmaci alla documentazione sanitaria, la cartella clinica, o settori specifici come la sicurezza della sala operatoria o particolarmente a rischio come ortopedia, ostetricia e ginecologia“.
Il lavoro dell’hospital risk manager agisce su due fronti: prima di tutto, molto importante è l’azione preventiva che si basa sulla formazione sia teorica sia pratica. Solo così, infatti, si può avere una conoscenza approfondita del settore, che possa permettere quali sono i punti critici e come fare per “rinforzarli” ed evitare che capiti qualcosa.
Un altro aspetto fondamentale è la parte reattiva. Ovvero come reagire quando capita un incidente. E in questi casi la filosofia è una sola: cercare di capire perché si è verificato. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il “perché” è molto più importante del “chi”. Non è detto, infatti, che una volta identificato il colpevole, l’episodio non si verifichi più, perciò compito del risk manager è andare a monte e affrontare il problema alla radice.
Quali studi deve avere alle spalle un aspirante risk manager? Non essendoci nessuna norma regolamentare, si tratta di un ruolo che può essere ricoperto da un medico legale, ma anche da un avvocato o da un ingegnere. Ma, se non in possesso di una laurea in medicina, questa figura professionale dovrebbe essere almeno munita di un approfondimento del settore post laurea.
In Italia, le regioni pioniere in questo campo sono state l’Emilia Romagna, la Toscana, la Lombardia e, più recentemente, il Veneto e il Piemonte. In queste zone, perciò, c‘è un risk manager per ogni azienda ospedaliera, mentre al centro-sud di strada da fare ce n‘è ancora molta.