di Alessia CASIRAGHI
Le temperature scendono, i prezzi lievitano. E’ l’equazione modello che ha visto in questi ultimi giorni gonfiarsi prezzi di metano, gas e prodotti alimentari a causa delle nevicate oltre ogni aspettativa e delle temperature artiche che hanno congelato tutto lo stivale, da Nord a Sud.
La Cia-Confederazione italiana agricoltori ha stimato un aumento dei prezzi per i prodotti freschi, ovvero frutta, verdura, carni e pesci, di circa il 10% rispetto all’inizio di gennaio.
Effetto ‘accaparramento‘, gelate nei campi, difficoltà di distribuzione delle merci per via dei rallentamenti e dei blocchi sulle principali arterie della viabilità della penisola, senza dimenticare i fenomeni speculativi sui prezzi, hanno già portato, secondo Cia-Confederazione ad un esborso di 50 euro in più a famiglia sul bilancio mensile.
Si passa cioè da 467 euro, spesa media al mese per nucleo familiare, a 517 euro per famiglia. La corsa dei prezzi del carrello della spesa sembra inarrestabile, considerate anche le non rosee previsioni per i prossimi giorni.
Cia-Confederazione osserva infatti che la stima dei danni arrecati dal maltempo all’agricoltura è destinata a crescere ancora. Un costo per il settore primario pari a 250 milioni di euro, che potrebbero lievitare a 500 milioni se si considera l’intera filiera dell’agroalimentare italiano, dal campo ai trasporti al dettaglio. A ciò va aggiunto lo stop forzato di più di 50 mila aziende agricole, per la poca o assente disponibilità di luce e gas.
“Il 30% dei raccolti in campo aperto (cavoli, radicchio, carciofi, indivia e cicoria) è andato perso, completamente ‘bruciato’ dal gelo – sottolinea Cia- Confederazione. – Ben il 5% delle piante, tra alberi da frutta, olivi e viti, è stato distrutto, e sono già morti per il freddo eccessivo 10 mila animali, tra mucche, pecore, cavalli, maiali e polli”. Viene da chiedersi come facevano i nostri nonni, che alle temperature polari erano di certo avvezzi.