di Alessia CASIRAGHI
Febbre alle stelle per le imprese italiane. Peccato però che non si tratti né di febbre dell’oro, né di febbre da affari, ma piuttosto della sindrome da influenza che nell’ultimo mese ha colpito numerose città e aziende italiane. Ma quanto costa ad un impresa un dipendente a letto con raffreddore e febbre?
La Camera di Commercio di Milano, in collaborazione con Istat e Ministero della Salute, ha stilato un’insolita classifica per verificare l’incidenza in termini di costi e perdite per le aziende colpite dal virus…dell’influenza. Che il ceppo sia australiano o asiatico, poco importa, il costo stimato per le aziende nel lasso di tempo considerato, dallo scorso 17 ottobre al 22 gennaio, ha già raggiunto quota 123 milioni di euro. In breve, sono stati monetizzati all’incirca 1 milione e 600 mila giorni di malattia cui sono stati costretti i dipendenti (ma anche gli imprenditori) causa febbre e influenza stagionale.
Per ciascun lavoratore è stata considerata una media di tre giorni di convalescenza, escludendo l’incidenza del costo del weekend. E indovinate un po’ chi svetta in cima alla classifica? Milano. Colpa delle polveri sottili o meno, nel capoluogo lombardo sono stati ‘bruciati’ da ottobre a gennaio 128 mila giorni di malattia, per un costo totale di 10 milioni di euro. E il termometro scotta anche a Roma, con 9 milioni e 100 mila euro diluiti nei 124 mila giorni di malattia.
Medaglia di bronzo Torino con 5 milioni di euro per oltre 67 mila giorni persi,seguito da Napoli con 3,5 milioni di euro e Brescia, a cui l’ondata di influenza è costa 3 milioni di euro.
Nella top ten delle città più ‘febbricitanti’ troviamo le province del nord: da Bergamo a Verona, da Varese a Bologna, che superano tutte i 2 milioni di euro di costi.
Il termometro delle città più calde d’Italia sembra però deciso a non arrestarsi, e complice la neve, il conto rischia di scottare davvero per molto aziende dello stivale.