Di Paola PERFETTI
Si respira un’aria tesa nel sistema dei professionisti. La riforma Monti, che concede il via libero all’aumento del numero delle licenze e l’ok alle liberalizzazioni nel quadro delle nuove misure di rilancio della crescita, non è andato giù a molti, soprattutto ai tassisti che, riuniti in un Parlamentino nella rossa Bologna, hanno deciso di dare sfogo alla loro protesta.
Era già accaduto nel pomeriggio di martedì 10 gennaio all’aeroporto di Linate di Milano. Accadrà di nuovo, ed in formato nazionale, il 23 gennaio, quando i professionisti su quattro ruote incroceranno le braccia contro le misure annunciate dal governo Monti.
Ma non solo. Lunedì 16 gennaio, e non più sabato 14 come precedentemente stabilito, i tassisti fuori turno saranno al Circo Massimo a Roma per una grande assemblea nazionale per un’ assemblea generale chiamata a decidere eventuali altre iniziative.
In quell’occasione, una delegazione raggiungerà la sede dell’Antitrust per contestare, cifre alla mano, le inesattezze contenute nella relazione dell’Autorità: “La categoria in caso di decisione unilaterale da parte del governo si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più opportune” – dice il comunicato uffiicale del sindacato.
Ma non tutti sono d’accordo con la serrata dei taxi.
Contrario allo sciopero è l’Adoc (associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori), per il quale le liberalizzazioni dovrebbero essere adottate in tutti i settori considerato che un maggior numero di taxi porterebbe a una diminuzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori e alla creazione di circa 20mila posti di lavoro in Italia.
E contrario lo è anche Codacons, che sulle pagine di Adnkronos ribatte:”Di questo passo ‘l’Italia non andrà da nessuna parte, e non si uscirà mai dalla crisi. La liberalizzazione nel settore dei taxi è un provvedimento atteso da decenni, che può realmente portare benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti, vista la possibilità di licenze compensative assegnate peraltro gratuitamente”.
Sempre per il Codacons i tassiti sono avvisati: “in caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura, così come avvenuto nel 2007, quando un elevato numero di taxi bloccò per ore e ore la circolazione stradale a Roma, impedendo il passaggio di auto e mezzi pubblici. Protesta che è valsa a 500 tassisti un processo in Tribunale”.
“A quel punto non è detto che caleranno i prezzi, perché sarà una oligarchia e i piccoli saranno schiacciati” – spiega Il Fatto Quotidiano – “Del resto, in paesi come Irlanda e Olanda, tra i pochi in Europa dove il servizio è stato deregolamentato, ad aumentare non sono stati solo i prezzi, ma anche i suicidi dei propri colleghi”.