di Vera MORETTI
E’ del 10 gennaio il decreto interministeriale emanato dal Ministero del Lavoro in accordo con il Ministero dell’Economia che prevede il ripristino del 4%, a sostituzione del precedente 2% applicato nelle more del decreto, per il contributo integrativo dovuto dai commercialisti alla Cassa di Previdenza.
L’effetto sarà retroattivo, ovvero con decorrenza 1 gennaio 2012.
L’intervento da parte del ministero era richiesto, dal momento che la proroga era scaduta il 31 dicembre 2011 e, in mancanza di un ulteriore decreto, dal 1 gennaio il contributo integrativo era passato, automaticamente, dal 4 al 2%, con la conseguenza che tutte le parcelle emesse da tale data dovevano riportare in rivalsa al cliente il 2% a titolo di contributo integrativo.
I commercialisti che hanno emesso fatture nei primi 10 giorni dell’anno applicando il contributo del 2%, perciò, dovranno emettere una nota di debito nei confronti dei clienti per il restante 2%, poiché la maggiorazione della quota, considerando il diritto di rivalsa del contributo integrativo, è a carico del cliente.
Ovviamente, questa ulteriore fattura deve essere emessa anche ai fini Iva, poiché si tratta di un contributo integrativo imponibile Iva, ma, non essendo soggetto a Irpef, non dovrà essere assoggettato a ritenuta d’acconto del 20%.
Se, da una parte, il professionista può non chiedere al proprio cliente tale maggiorazione, è tenuto a versarlo alla Cassa, “indipendentemente dall’effettivo pagamento che ne abbia eseguito il debitore”.
Il problema non riguarda i professionisti iscritti alla Cassa nazionale di previdenza e assistenza a favore dei ragionieri e periti commerciali, i quali hanno continuato ad applicare il contributo integrativo nella misura del 4%.
Un altro dei provvedimenti all’ordine del giorno era quello riguardante l’aumento graduale dell’aliquota del contributo soggettivo minimo obbligatorio sul reddito professionale dal 10% al 12%. Essendo tale incremento vincolato alla messa a regime del contributo integrativo al 4%, anche questa novità dovrebbe diventare ora operativa.
L’incremento garantirebbe agli iscritti alla Cassa montanti pensionistici più adeguati ai fini del calcolo delle pensioni con il metodo contributivo.