di Vera MORETTI
Il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli, ha fatto un bilancio dell’anno 2011 e ciò che è emerso non è certo incoraggiante.
Dal punto di vista economico e politico, infatti, la crisi si è fatta pesantemente sentire, e ciò ha influito provocando, in primo luogo, una restrizione del credito ed un rallentamento complessivo del mercato, ma anche la chiusura di circa 5.000 imprese.
Così Roscioli ha spiegato il fenomeno: “A Roma il terziario di mercato, che contribuisce per il 65% al pil complessivo della città, ha dimostrato di saper reagire ai mutamenti di scenario e all’andamento congiunturale. Ma oggi sono necessari ulteriori provvedimenti per garantire la sua sopravvivenza. La manovra varata dal governo Monti contiene delle misure senz’altro necessarie in un momento come questo, ma allo steso tempo molto rigide per le famiglie e i lavoratori, perché vanno ad incidere sulle pensioni, sui beni immobili e sul mercato del lavoro“.
Per questo, le imprese sono state messe a dura prova, anche a causa dell’aumento dell’Iva che ha portato, ovviamente, ad un’ulteriore stretta ai consumi, scesi dell’8% quest’anno e ancora in calo,di u altro 0,5%, nel 2012.
Per poter arginare tutto ciò, sembra indispensabile puntare l’attenzione sulla necessità di “intensificare il contrasto all’abusivismo commerciale” e sottolinea: “va accelerata l’attuazione di Roma Capitale, che sarà tanto più efficace quanto più in grado di risolvere le criticità ataviche di Roma“.