La pressione fiscale nel 2012? Ai massimi di sempre. Senza contare, tra l’altro, gli effetti della clausola di salvaguardia inserita nella manovra da oltre 54 miliardi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Lo ha sostenuto il responsabile dell’Area ricerca economica e Relazioni internazionali della Banca d’Italia, Daniele Franco, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio del Senato.
Secondo Franco, “la pressione fiscale salirebbe dal 42,3% del 2010 al 42,7 nel 2011 e dal 2012 si attesterebbe su valori intorno al 43,8%, un massimo storico (nel 1997 aveva raggiunto il 43,6% del Pil). Le stime non includono gli effetti dell’attuazione della delega fiscale e assistenziale (ovvero dell’applicazione della relativa clausola di salvaguardia), che potrebbero determinare maggiori entrate fino a 0,2 punti di Pil nel 2012, 1,0 nel 2013 e 1,2 nel 2014“. “Va inoltre rilevato – ha aggiunto – che gli enti decentrati potrebbero disporre aumenti del prelievo per compensare i tagli apportati con le manovre estive ai trasferimenti dallo Stato“.
La riforma fiscale dovrà progressivamente ridurre il deficit di 4 miliardi nel 2012, di 16 miliardi nel 2013 e di 20 miliardi nel 2014. Se la delega e i successivi decreti attuativi non saranno in vigore a fine settembre 2012, in base alla clausola di salvaguardia il governo dovrà ridurre le agevolazioni fiscali e assistenziali per ottenere lo stesso miglioramento dei saldi.