E’ in arrivo un maxiemendamento che il Consiglio dei Ministri ha presentato in Senato, che, in ordine di importanza, ha scalzato decreto e disegno di legge anticrisi.
Si tratta di una decisione destinata a far parlare, anche se le prime reazioni, e relativi malumori, fanno già intuire con quale umore è stata accolta.
A quanto pare, comunque, non si è giunti a questa soluzione senza tensioni all’interno della maggioranza, poiché in molti, Carroccio per primo, si aspettavano, come priorità, il decreto legge con le misure per affrontare la crisi. Ma anche Napolitano aveva alcune perplessità riguardo un decreto con la firma del solo governo in calce.
Sulla stessa lunghezza d’onda Tremonti, da sempre favorevole a seguire la strada parlamentare. Vale a dire quella del maxiemendamento alla legge di stabilità all’esame del Senato. Berlusconi, a quanto pare, avrebbe cercato fino all’ultimo di “difendere” il decreto e avrebbe imputato proprio al ministro dell’Economia la colpa di mettere i bastoni tra le ruote anche con il Quirinale.
Pare sia stato Gianni Letta a spiegare come fosse importante, in questo momento, evitare qualunque contrasto con il Quirinale e a rimetterci, dunque, oltre al premier, è stata la Lega, che, attraverso la voce di Roberto Calderoli, ha espresso tutto il suo disappunto: “Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli”.
Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, ha spiegato che “nel maxiemendamento saranno
inserite parte delle misure della lettera alla Ue e successivamente faremo un dl e un ddl” mentre non saranno inserite le misure sulle pensioni e sul mercato del lavoro.
Da Palazzo Chigi è arrivato un comunicato al termine del Cdm: “Il maxiemendamento recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all`Unione europea del 26 ottobre scorso”.
Il Pd ha replicato in modo lapidario la sua delusione: “A una prima occhiata siamo assolutamente lontani da quel che ci vorrebbe. Purtroppo”.
Vera Moretti