Dal 23 al 26 novembre si è tenuto un evento chiave per il tessuto imprenditoriale italiano. Si è festeggiato il Pmi Day, tre giorni completamente dedicati alla promozione delle piccole e medie imprese nazionali che hanno avuto carta bianca nell’organizzare eventi coordinate con le associazioni di rappresentanza per convogliare i giovani, le scuole, le famiglie verso le attività produttive del territorio.
Un open day che ha coinvolto oltre 600 aziende che hanno fieramente illustrato i loro valori, la loro storia e i progetti per il futuro a una platea d’eccezione. Per un giorno cravatte, giacche e camicie ben stirate hanno lasciato spazio a un abbigliamento più sobrio e casual dei tanti studenti orgogliosi di partecipare alla celebrazione delle “loro” imprese. Sono trascorsi poco meno di due mesi dalla Settimana delle Pmi (3-9 ottobre 2011), evento promosso dall’Unione Europea con finalità di crescita imprenditoriale comune. Anche in quel caso il tentativo è stato di incoraggiare le persone, in particolare i giovani, ad optare per una carriera d’imprenditore, dare un riconoscimento agli imprenditori per il loro contributo al benessere, all’occupazione, all’innovazione e alla competitività. In quella data il respiro è stato “comunitario” mentre il Pmi Day ha avuto un tono più locale ma con una partecipazione ancora più attiva e con contatti diretti.
Un grande successo di adesioni
Sono state più di 400 le scuole medie e superiori partecipanti, oltre 70 associazioni imprenditoriali in tutta Italia per un totale di oltre 27mila partecipanti e 600 aziende come ricordato in precedenza. E’ Roma (e la provincia di Frosinone e Rieti) ad aver coinvolto il maggior numero di persone: oltre mille studenti, 26 aziende e 150 imprenditori. Il presidente della Piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, ideatore dell’evento giunto alla seconda edizione, dichiara: “Abbiamo voluto raccontare il nostro mondo, il valore che rappresentano le imprese in un paese essenzialmente trasformatore come l’Italia, la loro capacità di costruire benessere collettivo e difendere con il lavoro la dignità delle persone”. E aggiunge: “Un piccolo imprenditore, quando la mattina entra in ufficio, non si chiede più quale sarà il futuro della propria azienda, ma quale sarà il futuro del Paese, un senso di responsabilità che dimostra i passi avanti fatte dalle Pmi italiane”.
Iniziative in giro per l’Italia
A Monza e Brianza si sono contate 12 imprese aderenti e più di 500 ragazzi coinvolti. Alessio Barbazza Presidente della Piccola Impresa di Confindustria locale, in visita assieme alle scolaresche all’Aquaworld di Concorezzo, in merito alla preparazione che le scuole danno per affrontare il mondo del lavoro dichiara: “Ci sono scuole e università capaci in grado di dare una formazione adeguata ad introdurre lo studente nell’impresa e scuole invece molto distanti. Come Confindustria stiamo lavorando molto sugli istituti tecnici che sono le fonti principali per le piccole e medie imprese, ma il lavoro non è semplice: la tecnologia in questi ultimi anni ha avuto un accelerazione senza precedenti e la sfida per la scuola è di rimanere sempre aggiornati e al passo con i tempi. Poi c’è una sfida più culturale oltre che tecnica: si deve insegnare l’etica del lavoro, che molto spesso manca”.
In provincia di Caserta, il motto dell’iniziativa è stato “Industriamoci”. Sono stati coinvolti sei istituti scolastici (circa 400 giovani) ad indirizzo professionale e altrettante aziende, dalle industrie casearie, all’automotive passando per l’agroindustria, che hanno aperto le loro porte. Il presidente di Piccola Industria di Confindustria Caserta, Andrea Funari conferma la ricca partecipazione e ricorda come l’evento sia stato anche un momento utile per rinsaldare le radici italiane: “In ciascuna delle aziende visitate dai ragazzi è stato proiettato un dvd celebrativo sia dei 150 anni dell’Unità d’Italia e sia del Centenario di Confindustria, quasi a sottolineare il ruolo fondamentale che l’associazione degli industriali ha avuto nella storia del Paese e per la sua crescita”.
A Perugia hanno aderito 11 imprese che hanno permesso agli studenti delle scuole superiori di osservare da vicino tutte le fasi del processo manifatturiero dalla materia prima al prodotto finito. Per il presidente di Confindustria Perugia Ernesto Cesaretti i dati sulla partecipazione testimoniano ”la volontà delle nostre imprese di scommettere sul futuro guardando ai giovani”. All’iniziativa ha partecipato anche l’istituto di credito Intesa San Paolo.
Ad Aosta hanno accolto i ragazzi delle scuole aziende del calibro di Thermoplay Spa di Pont-Saint-Martin, Heineken Spa di Pollein, la centrale Idroelettrica Alouette a Rhemes-Saint-Geoges dei Fratelli Ronc Srl e la Dora di Aosta. In questo caso più che mai si nota il legame tra tessuto imprenditoriale e territorio (la centrale idroelettrica ne è la prova più palese).
Ampio esito ha avuto l’iniziativa anche a Bergamo, in cui la visita alla Robur (azienda leader nella produzione di pompe di calore) ha fatto da evento clou; nel territorio della Valtellina con 400 ragazzi coinvolti e l’avvio del ciclo di iniziative denominato “Student in Progress” che prevede ulteriori incontri con i dirigenti delle imprese al fine di garantire continuità. Naturalmente di tutto rispetto è stata la proposta di Milano, territorio che si riconferma come “patria” dell’imprenditoria con un occhio di riguardo per l’innovazione tecnologica.
Per la giornata conclusiva si è scelto l’Abruzzo. Presso la sala “E. Fermi” dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, si è tenuto il 26 novembre l’evento di chiusura del Pmi Day 2011 al quale ha partecipato il presidente Nazionale Piccola Industria, Vincenzo Boccia. I ragazzi abruzzesi hanno potuto confrontarsi con alla presenza di testimonial del mondo dell’impresa e dello sport locale. E’ stato lungamente applaudito l’intervento di Modesto Lolli, presidente comitato regionale Piccola Industria che ha ricordato l’importanza di mettere i giovani nelle condizioni di partecipare attivamente all’operosità del nostro Paese: “Ripensare il rapporto tra tradizione e attualità, tra moderno e globale, significa porre al centro i giovani, offrire loro spazi di possibilità, promuovere la ricerca in questo Paese non all’estero, aprire laboratori, finanziare ricerche perché le risposte non vengono dalle cartomanti né si comprano al mercato ma sono frutto di studio, passione e intelligenze che al prezzo di grandi sacrifici riescono a conquistare un metro alla verità e alla scienza, a individuare terapie o a scommettere su modelli di crescita”.
Appuntamento dunque al prossimo anno, con un’iniziativa che ha dimostrato l’interesse delle isituzioni ma anche dei privati nell’attrarre giovani capaci e formati verso i poli produttivi territoriali con attenzione per quelle che sono le realtà locali. L’Italia sta dimostrando di voler investire nella formazione dei ragazzi e nella garanzia di politiche del lavoro che sappiano dare sicurezze per il futuro rendendo marginali i rischi di precariato.
Mirko Zago