Milano capitale del design d’interni e del fashion design, quello della moda. Ma con la crisi che c’è, si sa, delle idee buone bisogna fare virtù e nulla va sprecato, soprattutto quando la creatività nasce dal recupero di oggetti dismessi che “naturalmente” non avrebbero una seconda vita. Come le cinture di sicurezza.
Paolo Ferrari ne ha fatto la materia prima per divani, pouf e… collezioni di borse, non ultima quella da spiaggia in total white (e fra poco ci spiega come ha fatto), beauty case, porta iPad, 25 ore…
Paolo, dove nasce il marchio 959?
1959 è l’anno in cui Volvo inserì di serie le cinture di sicurezza nelle automobili. Una citazione che richiama alla materia prima del mio lavoro.
Quando è nato il tuo 959?
Il primo progetto è stato sviluppato in ambito universitario, al Politecnico di Milano dove mi sono laureato in Industrial Design. All’interno di un corso ci fu chiesto di sviluppare un oggetto utilizzando materiale giunto a fine ciclo vita, da qui l’intuizione di fare un cestino per la carta intrecciando le cinture di sicurezza.
Terminati gli studi mi sono formato professionalmente nel campo del design d’interni, progettando complementi d’arredo.
Passato alla libera professione mi sono dedicato a quello che è poi divenuto 959, avvicinandomi alla moda. Design e moda possono convivere, poiché la linea che li separa è molto sottile.
Credo che le cose non siano statiche nel tempo, perciò ho voluto dare forma ad un’idea utile e dal gradevole aspetto visivo.
Da qui è arrivata anche l’idea della nuova collezione, non a caso intitolata “New Life”…
Sì, sono borse ricavate in questo caso dalle bottiglie di plastica, una new entry nel mio lavoro, dalle quali, attraverso una particolare lavorazione, viene estratta una fibra (filato di poliestere) declinata nelle nuance bianco, tortora e carta da zucchero.
Nuova collezione di riciclo e nuova idee di recupero, dove sta la differenza?
Il principio di base è lo stesso ovvero la sostenibilità. I modelli realizzati con le cinture di sicurezza sono una vera e propria operazione di recupero, dove la materia prima-seconda (il nastro della cintura di sicurezza) viene interpretata nell’utilizzo senza trasformare la materia. I modelli della collezione SS2012 utilizzano il NewlifeTM (prodotto da Miroglio), un filato di poliestere ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica grazie ad un processo meccanico; in questo caso possiamo utilizzare propriamente il termine riciclo.
Il riciclo è un’idea imprenditoriale di successo?
É difficile dirlo, sicuramente la sensibilità verso le tematiche ambientali sta crescendo, ragion per cui chi opera con attenzione verso queste tematiche può avere un vantaggio di interesse e visibilità.
Certo, altri creativi si sono dati alla produzione di oggetti di design ricavati da cinture, copertoni di pneumatici: dove sta il valore aggiunto di 959?
Di per se l’utilizzo di materie recuperate o riciclate è un valore aggiunto per chiunque crei con queste priorità.
Io ho cercato di creare degli oggetti come dei progetti. Non mi sono limitato ad un esercizio di stile, ma ho sviluppato un progetto come avviene propriamente per chi fa design. Si cerca di conoscere i vantaggi ed i limiti della materia per poter tradurli ed interpretarli nell’oggetto finale.
Quindi non sei solo un fashion designer…
Forse mi sento di più un designer-artigiano, motivo per cui ho bisogno del contatto con la materia.
Quando creo o meglio sviluppo un progetto, penso ad un prodotto finale che non sia vincolato alle tendenze che verranno. Cerco di creare un oggetto che possa rimanere nel tempo, che si rivolge ad un pubblico attento ed esigente, che sceglie sia in base al proprio gusto estetico, naturalmente, ma che non trascuri valori come la sostenibilità, il rispetto dell’ambiente e la ricerca della qualità e dell’unicità.
I pezzi 959 sono distribuiti da C.L.A.S.S. (Creativity, Lifestyle and Sustainable Synergy), organizzazione internazionale attiva nei settori della moda, del lifestyle e del design, nota per la concreta filosofia eco-friendly delle aziende che rappresenta.
Paola Perfetti