La crisi? Deve essere risolta. E per risolverla, bisogna dare spazio ai giovani.
E’ questo il concetto della StartuParty, svoltasi pochi giorni fa al Collegio di Milano, e aperta a tutti.
Il “menù” è stato certo appetitoso: più di 500 partecipanti, tra giovani con idee innovative e finanziatori in cerca del progetto di successo da finanziare, per dare vita ad un nuovo concetto d’impresa, giovane e in movimento, basata su un semplice scambio idea/capitale.
Perché dunque “StartuParty”? Naturalmente per il fatto che l’intera mostra è dedicata allo startup, ovvero all’avvio di un’impresa, e ai suoi protagonisti: gli startupper.
La maggior parte dei giovani “venditori d’idee” era poco più che ventenne, e la parola chiave era la tecnologia: tecnologia al servizio dell’uomo e degli affari.
I progetti presentati erano circa quindici, distribuiti all’interno dell’Aula Magna del Collegio di Milano e naturalmente aperti al pubblico. Ognuno dei partecipanti ha avuto cinque minuti per esporre il suo progetto, tramite supporti cartacei o multimediali, ognuno con tutta la passione che si confà ai giovani. Eppure, se la passione giovanile può far sorridere, le menti allo StartuParty erano più che mai degne di nota: tra coloro che si sono presentati, ha brillato il mobile web developer Nebil Kriedi, che ha presentato un applicazione che rappresenta l’esatto opposto del nostro standard di vita virtualizzato: si chiama “90 minutes”, e garantisce di favorire la comunicazione reale mediante un pratico sistema di comunicazione breve, che promette di fare in modo che vengano favoriti gli incontri piuttosto che le lunghe discussioni telematiche: certo, una notevole spinta ad uscire per gli amatori più accaniti del virtuale.
I progetti Startup, richiedendo una quantità di fondi minima per essere avviati, si moltiplicano, e sempre di più sono i giovani in cerca di finanziatori. StartuParty è riuscita a far incontrare chi vuole realizzare e chi vuole investire.
E chi lo sa, che non sia proprio basandosi su questo incontro e sulla buona volontà di giovani promettenti, che si possa cominciare a vedere uno spiraglio di speranza contro la crisi.
Caterina Damiano