Pollice verso da parte della Corte dei Conti nei confronti della Riforma Fiscale, a causa delle troppe tasse da lavoro e per le imprese, troppo alto il rischio di tagli lineari alle agevolazioni fiscali e del tutto insufficiente la copertura finanziaria.
Non si è risparmiato con le critiche Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alla commissione Finanze alla Camera.
“Occorre domandarsi se le incertezze che gravano sulla copertura della delega fiscale e assistenziale non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese”.
Viene vista come il fumo negli occhi anche la clausola di salvaguardia, che scatterebbe nel caso in cui il governo non riuscisse ad esercitare la delega entro il 30 settembre 2012. La clausola, infatti, prevede il taglio di tutte le 600 agevolazioni attuali. Una misura recessiva, anche perché i tagli vedrebbero coinvolti coloro che, l’imposta, la pagano già, e soprattutto i contribuenti che appartengono alle fasce di reddito meno elevate.
Giampaolino si scaglia anche contro i tagli alla spesa sociale e, ovviamente l’aumento dell’IVA al 21% frutto della manovra finanziaria bis, che ha cambiato le carte in tavola: l’aumento delle imposte indirette sarebbe dovuto essere proprio una delle principali fonti di copertura previste dal Ddl per la riduzione IRPEF.
Dubbi anche sull’eliminazione IRAP, difficile da realizzare perché in contrasto con il federalismo fiscale, in base a cui il potere di ridurre l’IRAP è delle Regioni.
Infine, in relazione all’ipotesi di condono, si ritiene una “scelta molto politica, specie per l’aspetto che riguarda le conseguenze sul comportamento dei contribuenti”: bisogna guardare ai risultati dei condoni precedenti e inoltre, a differenza che in passato, ora siamo “in presenza di nuove misure anti-evasione delle quali bisogna tenere conto”.
Vera Moretti