Il settore tessile e moda italiano tiene e, anzi, guarda al 2012 con fiducia. Questo è quanto traspare dai risultati previsionali per il 2011 e per il 1° semestre 2012 comunicati, durante un incontro-stampa tenutosi la scorsa settimana nella sede della Stampa Estera di Milano, da Michele Tronconi, Presidente di Sistema Moda Italia (SMI), Cecilia Gilodi, Responsabile Area Centro Studi SMI e Massimilano Serati, Professore associato di Politiche economiche alla LIUC di Castellanza. I dati sono stati ricavati in base a un modello econometrico elaborato da SMI, in collaborazione con l’Università Carlo Cattaneo – LIUC di Castellanza.
“Ora che il 2011 volge al termine – ha detto Tronconi – si è ritenuto opportuno fare un ‘preconsuntivo’ e svolgere, nello stesso tempo, una proiezione sul primo semestre del 2012. Nel far questo si è voluto stimare l’influenza di quei fattori esogeni che condizionano la competitività del settore e, quindi, le performance di mercato. Materie prime, costo dell’energia, credit crunch e rincaro dell’IVA sono, evidentemente, fattori che zavorrano la filiera, comprimendone le potenzialità di sviluppo. Senza dimenticare che simili effetti negativi dal Tessile-Moda si trasferiscono sull’intera economia nazionale, come indicano le ripercussioni sul PIL e occupazione“.
Secondo Serati, il modello utilizzato, “che ha già dato prova di solidità e affidabilità nelle precedenti elaborazioni” ha indicato per il settore una tenuta del trend positivo, evidenziando però un rallentamento rispetto ai ritmi del 2010 e del primo semestre del 2011. Il giro d’affari complessivo cresce del +4,8% nel 2011, si riporta sopra i 50 miliardi di euro ma non consente di ritornare ancora ai livelli correnti pre-crisi. L’impulso alla crescità è dato soprattutto dall’export, stimato in crescita del 6,2% per un totale esportato pari a 26 miliardi di euro e un saldo commerciale con l’estero sopra i 6 miliardi.
“Nonostante il quadro settoriale complessivamente favorevole – ha detto Cecilia Gilodi –, la sovra-capacità produttiva che sta condizionando specialmente i settori maturi trova riflesso sul fronte occupazionale. Anche nel 2011, dunque, non si interromperà il ridimensionamento del settore in termini di aziende attive ed occupati. In particolare, con riferimento alla manodopera, si prospetta una contrazione di circa 9.050 posti di lavoro, pari al 2%“.
Tuttavia, il primo semestre 2012 indica un assorbimento delle turbolenze di mercato con un certo esito favorevole per il Tessile-Moda italiano. Si prevede una situazione di complessivo miglioramento rispetto al secondo semestre 2011, più contenuto però rispetto ai ritmi di crescita del primo semestre 2011. Il fatturato totale è previsto in aumento del 5,9%, l’attività produttiva (a volume) del 6,1%, mentre l’export sarebbe a +7,1%. Il tutto, però, con un’erosione ocupazionale del -1,9%.
Da Tronconi, infine, un appello al Governo: “Chiediamo più promozione internazionale, risolvendo il problema apertosi con la chiusura dell’ICE e prevedendo strumenti a sostegno all’internazionalizzazione dei produttori tessili” ha detto, ricordando che “è quindi urgente e fondamentale che venga recepita correttamente la Direttiva 2003/96/CE che prevede la definizione di ‘impresa a forte consumo di energia’; di lasciare alle imprese i flussi di liquidità generati dalla gestione operativa: mantenendo in azienda il TFR maturando e inoptato (per le imprese sopra i 50 dipendenti); spostando l’esazione dell’IVA al momento dell’effettivo incasso; intervenendo sul carattere distorsivo dell’IRAP“.