Il nuovo regime di tassazione del 20% per le rendite finanziarie, che entrerà in vigore dal prossimo gennaio, porterà alcune conseguenze piuttosto tangibili.
Meno tasse toccheranno a chi affida i propri risparmi ai classici conti correnti o nei conti di deposito mentre una maggiorazione delle imposte è prevista per chi sceglie i pronti conti termine. Nessuna variazione, invece, per chi investe nei titoli pubblici.
Esclusi quindi dalla tassazione sono:
– titoli del debito pubblico, buoni postali di risparmio;
– cartelle di credito comunale e provinciale emesse dalla Cassa depositi e prestiti;
– obbligazioni e titoli similari emessi da amministrazioni statali, anche con ordinamento autonomo, da regioni, province e comuni e da enti pubblici istituiti esclusivamente per l’adempimento di funzioni statali o per l’esercizio diretto di servizi pubblici in regime di monopolio;
– obbligazioni emesse da altri Stati inclusi nella white list, ovvero nella lista dei paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni in materia.
Escluse anche le rendite pagate dai fondi pensione.
Nel dettaglio, vediamo come cambieranno titoli, interessi, polizze e la differenza tra le aliquote attuali e quelle che verranno attuate in gennaio:
Titoli di Stato italiani : da 12,5 a 12,5
Titoli pubblici di Paesi white list: da 12,5 a 12,5
Buoni postali : da 12,5 a 12,5
Interessi sui conti correnti e depositi di risparmio : da 27 a 20
Obbligazioni di durata inferiore ai 18 mesi : da 27 a 20
Obbligazioni di durata superiore ai 18 mesi : da 27 a 20
Pronti contro termine : da 12, 5 a 20
Obbligazioni con rendimenti non allineati : da 27 a 20
Dividendi azionari : da 12,5 a 20
Titoli atipici : da 27 a 20
Plusvalenze azionarie : da 12,5 a 20
Certificati di deposito : da 27 a 20
Accettazioni bancarie : da 27 a 20
Fondi comuni : da 12,5 a 20
Gestioni patrimoniali : da 12,5 a 20
Polizze di assicurazione : da 12,5 a 20
Fondi pensione : da 11 a 11
Nel caso di prodotto di risparmio gestito e polizze di assicurazione nel cui portafoglio sono presenti anche titoli esclusi dall’aumento della tassazione, il risultato finanziario oggetto della tassazione al 20 per cento sarà netto di una quota dei proventi riferibili i titoli di Stato italiani ed equiparati.
Le modalità di individuazione della quota dei proventi saranno stabilite con un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze.
A seconda del tipo di reddito, la tassazione si applica diversamente:
– per quanto riguarda i proventi dei redditi da capitale, la tassazione si applica su quelli realizzati a partire da gennaio 2012;
– dividenti e proventi assimilati prevedono una tassazione dei percepiti dal 1 gennaio 2012;
– gli interessi di obbligazioni e titoli similari avranno una tassazione dei maturati a partire dal 1 gennaio 2012;
– per quanto riguarda gestioni individuali di portafoglio, tassazione dei risultati maturati a partire dal 1 gennaio;
Polizze di assicurazione, infine, tassazione dei risultati maturati a partire dal 1 gennaio 2012.
In considerazione della nuova aliquota cambiano anche le regole per la detrazione delle minusvalenze dalle plusvalenze realizzate a partire dal gennaio 2012. Le minusvalenze, infatti, non potranno più essere scontate al 100 per cento, ma solo per una quota pari al 62,5 per cento del loro ammontare (quota data dal rapporto tra il 12,50 e il 20 per cento dovuto alla nuova tassazione).
Vera Moretti