Il mercato dell’auto in Italia è in grave difficoltà: oltre all’aumento dell’Iva dal 20 al 21%, anche l’Ipt ha subito un rincaro, con rialzi che raggiungono anche i 500-600 Euro.
Lo scenario, se non apocalittico, è quantomeno desolante dal momento che, come ha dichiarato Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, l’organizzazione che riunisce i rappresentanti degli autoveicoli esteri, “quest’anno le nostre stime evidenziano un mercato di appena 1.650.000 nuove immatricolazioni. In ulteriore ribasso, quindi, rispetto alle nostre previsioni precedenti di 1,7-1,75 milioni di unità“.
La situazione non è affatto rosea, dunque, poiché, se queste stime dovessero essere confermate, si registrerebbe una diminuzione del fatturato del settore di ben 3 miliardi di Euro. E, a quanto pare, il 2012 porterà notizie peggiori, dal momento che, prima dell’introduzione dell’Iva al 21%, si pensava potesse rappresentare l’anno della ripresa dell’intero comparto.
In attesa di un confronto tra concessionari, case costruttrici e governo, auspicabile, data la condizione in cui versa il settore, i costruttori stanno cercando di limitare al massimo l’impatto dell’incremento dell’Iva.
Se, infatti, Fiat ha aggiornato il listino tenendo conto dell’aliquota, Ford ha confermato, per quasi tutti i suoi modelli, il prezzo precedente e modificato solo il costo di alcuni accessori. L’incremento dell’Iva è invece applicato per S-Max e Galaxy.
Invariato anche il listino completo di Opel, mentre Renault, pur avendo aumentato i prezzi, ha cercato di mantenerli accessibili. Discorso simile per Citroen, che ha inserito l’aumento dell’Iva sui cataloghi proponendo una serie di valide promozioni per accattivare i clienti. Non vale questo discorso per Peugeot, le cui vetture sono tutte aumentate tranne la 207, per la quale sarà la stessa casa automobilistica a farsi carico dell’1% in più di Iva.
Suzuki applica l’aumento del listini ma con arrotondamento all’Euro intero inferiore, e una soluzione simile è stata seguita da Lexus e Toyota. Hyunday Motor non applicherà alcun aumento dell’Iva per automobili immatricolate entro il 30 settembre 2011.
E i cosiddetti brand premium? Le case autonomistiche di lusso ammettono di non risentire della crisi perché, nel loro caso, l’impatto dell’Iva al 21% sui prezzi finali delle vetture risulta essere davvero irrisorio.
Vera Moretti