“Basta, mollo tutto e me ne vado!”
Quanti avranno avuto questo pensiero, dopo una giornata di lavoro, magari a causa di un capo che, oltre a non apprezzarne le qualità, non li trattava neanche con rispetto?
A quanto pare, molti di loro hanno avuto questo pensiero e sono passati dalle parole ai fatti, almeno dall’inizio dell’anno ad oggi.
Le statistiche, infatti, svelano che nel primo semestre del 2011 sono nate 104.525 nuove imprese.
L’indagine è stata condotta dal Centro Studi di Unioncamere e presentata in anteprima al Meeting di Rimini. Lo studio ha avuto come “campioni” gli oltre 4000 neo imprenditori registrati dalle Camere di Commercio italiane e le motivazioni che hanno portato a questa svolta sono molteplici.
Il 54,4% degli intervistati ha deciso di avviare una impresa per fare una scommessa con se stessi, ma anche per realizzare un sogno, per evitare, dunque, di trovarsi, alla fine della carriera lavorativa, insoddisfatti e pieni di rimpianti.
Per il 32,9%, invece, non si tratta di una avventura ma dell’unico modo per avere un lavoro, viste le poche possibilità che il panorama economico italiano offre.
Le matricole del lavoro autonomo, dunque, sono mosse da motivazioni differenti ma si presentano comunque agguerrite e intenzionate a farcela, confidando pienamente nelle proprie capacita, se si considera che la maggior parte di loro, il 75,7%, si è lasciata alle spalle il lavoro “vecchio” per quello nuovo.
La prudenza ha invece guidato la scelta del 24,3% degli interpellati, i quali hanno confessato di continuare a svolgere in contemporanea anche l’attività precedente.
Ma chi sono queste “nuove leve”? Per la maggior parte sono uomini, 75,1%, contro il 24,9% di donne, giovani inferiori a 30 anni nel 24,5% dei casi, percentuale che raddoppia, 44,5%, se si considera anche la fascia di età 31-35 anni.
Le professioni svolte dai nei imprenditori sono quelle di operaio/apprendista, 84,2%, e impiegato/quadro, 79,3%, ma in entrambi i casi le cifre chieste per avviare la nuova impresa sono minime: anche meno di 10mila Euro.
Il risparmio, in questo caso, avviene su tutto, in particolare sul posto di lavoro, che, soprattutto per le donne, ben il 58,3%, rimane all’interno delle mura domestiche. Questo fa emergere un doppio problema: la difficoltà di trovare un lavoro part time e di conciliare lavoro e famiglia.
E in questi casi, l’unica soluzione è costruire il lavoro perfetto proprio su di sé.
Vera Moretti