Secondo Guido Alpa, presidente del Cnf, “la norma sulla rinuncia a metà dell’indennità per il parlamentare che abbia altri redditi comporta il rischio di allontanare dalle aule parlamentari i professionisti“. La manovra del Governo “interrompe una tradizione di impegno politico dei ceti professionali, e in particolare degli avvocati, che ha radici antiche e ha offerto all’Italia, fin dai tempi della Costituente, il contributo di personalità come Piero Calamandrei, Giovanni Leone, Enrico De Nicola”.
Alpa suggerisce “sarebbe più ragionevole espungere tale previsione vagamente retorica, o almeno ridurre la misura della decurtazione. Deprimere ulteriormente le capacità rappresentative degli organi parlamentari non gioverebbe a nessuno”. Alpa sostiene che anche i professionisti avvocati possono svolgere egregiamente il loro servizio al Parlamento e quindi la manovra sarebbe ingiusta.