Mario Bertoli, presidente Assomet, relativamente al mercato manifatturiero osserva che “per l’industria manifatturiera fra il 2007 e il 2009 c’è stato un netto ridimensionamento della rilevanza dei comparti conciari-calzaturiero, mobile-arredamento-abbigliamento e, convenzionalmente, considerati a piu’ elevato contenuto tecnologico. Mentre i settori trainanti sono stati quello chimico-farmaceutico, alimentare e della meccanica“. Il fatturato annuo del comparto nel 2010 è stato di 167 miliardi di euro, in calo rispetto al periodo pre-crisi.
La colpa sarebbe da imputare all’eccessiva fiscalità che limitano le procedure per l’innovazione e internazionalizzazione. Si arrivano a casi di tassazione anche sui macchinari, come accade in alcuni comuni del bresciano. Secondo Franco Manfredini, presidente federazione Confindustria ceramica e laterizi, “è necessario avere competizione vera e non la distorsione delle regole. La liberalizzazione di tutti i mercati è una grande opportunita’ ma non bisogna permettere che questo corrisponda ad una distorsione del mercato. Occorre prendere le adeguate misure contro la concorrenza sleale“.
Anche le normative ambientali tendono a limitare la crescita delle imprese manifatturiere. E’ necessario preservare l’ambiente con normative “giuste” che però non usino due pesi e due misure.