Finalmente sono iniziati i saldi, il momento in cui i commercianti fanno cassa (o almeno ci provano) e i consumatori fanno dei buoni affari (o almeno ci provano). Per questa tornata di saldi, la spesa media che ogni famiglia dedicherà all’acquisto di articoli di abbigliamento e calzature in saldo sarà di 274 euro, per un valore complessivo di circa 4,1 miliardi di euro (circa il 12% del fatturato totale annuo del settore abbigliamento e calzature). A dircelo è l’Ufficio Studi di Confcommercio che ha pubblicato un’indagine con la quale è stata fatta una stima sui consumi delle famiglie italiane durante la stagione estiva dei saldi.
Secondo Renato Borghi, Vicepresidente di Confcommercio e Presidente di Federazione Moda Italia, i saldi di fine stagione “rappresentano sempre un momento di forte impatto nell’immaginario delle famiglie che hanno sempre vissuto l’evento e continueranno a viverlo come un momento quasi magico. Una sorta di rito collettivo che detta modi, tempi e abitudini all’interno delle città: un pò come succede per le sfilate, le città temporaneamente mutano. Certo la situazione dei consumi in generale, ma in particolare per l’abbigliamento, permane difficile. Non ci attendiamo, quindi, una stagione di saldi particolarmente effervescente, ma ci aspettiamo una sostanziale tenuta rispetto ai ricavi dello scorso anno”. Il settore dell’abbigliamento in questi primi mesi del 2011 ha registrato un andamento negativo con una flessione dello 0,3%. L’attesa per i saldi estivi è caratterizzata quindi anche dalla speranza che nelle prossime settimane si possa recuperare almeno in parte quanto è andato perduto finora. Il giro di affari stimato dovrebbe collocarsi sui livelli dell’anno scorso pari al 26% del fatturato stagionale. Ma quanto sconto ci sarà? Gli sconti iniziali si aggireranno nelle prime settimane sul 20-30% per gli articoli estivi e quelli di marca, ma arriveranno fino al 50% per i capi prettamente di stagione come i pareo, gli shorts, i top.
Ricordiamo per chi compra in saldo che la possibilità di cambiare il capo dopo la vendita è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. Anche per la prova dei capi non c’è alcun obbligo e ci si affida al buon senso del negoziante.
Tutto chiaro? Allora buono shopping a tutti!