No di Confcommercio alla riforma dell’apprendistato. Secondo quanto dichiarato dall’associazione a margine dell’incontro di oggi al Ministero del Lavoro riguardante il testo unico sull’apprendistato, “Confcommercio non ha sottoscritto l’Intesa proposta alle parti sociali dal Ministro del Lavoro perché si richiedeva la condivisione di un principio che sanciva una distinzione di durata del contratto di apprendistato, a parità di figure professionali, tra l’artigianato e tutti gli altri settori economici“.
L’apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani ed è definito secondo le seguenti tipologie: apprendistato per la qualifica professionale; apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere; apprendistato di alta formazione e ricerca.
“Naturalmente Confcommercio – continua la nota – è disposta a sottoscrivere l’Intesa che di nuovo verrà sottoposta alle parti sociali qualora, al termine dell’iter parlamentare, si introducano correttivi al testo idonei a garantire la parità di trattamento a tutti i settori economici, onde evitare profili di incostituzionalità e fenomeni di dumping organizzativo che vedrebbe figure professionali quali, ad esempio gelatieri, panettieri, pasticceri, macellai e numerose altre con durate diverse di apprendistato a seconda dell’inquadramento dell’azienda di appartenenza e non del percorso formativo“.
“Si riprodurrebbe, pertanto, sul versante dell’appartenenza a settori economici diversi, quel paradosso che avevamo avversato nei confronti delle Regioni quando queste ultime prevedevano percorsi formativi diversi a seconda della collocazione territoriale dell’impresa”. “Non è peraltro superfluo – conclude la nota – ricordare che secondo il rapporto Excelsior del 2011 il 46,4% delle assunzioni con contratto di apprendistato riguarda le attività commerciali ed i servizi“.
Secondo il ministro del Lavoro Sacconi, “la riforma dell’apprendistato, dopo l’intesa tra Governo e Regioni, ha compiuto un altro decisivo passo avanti attraverso l’intesa con le parti sociali. Ora le commissioni parlamentari daranno il loro parere e infine il Consiglio dei ministri, sentite un’ultima volta le parti sociali, varerà il testo definitivo. L’auspicio è che con la ripresa autunnale – conclude – il nuovo apprendistato diventi operativo rappresentando il modo tipico di ingresso nel mercato del lavoro sulla base dell’integrazione tra apprendimento e lavoro“.
Questi i punti fondamentali del Testo unico dell’apprendistato siglato nella sede del ministero del Lavoro: la disciplina del contratto di apprendistato è rimessa ad appositi accordi interconfederali ovvero ai contratti collettivi di lavoro stipulati a livello nazionale da associazioni dei datori e prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale; per gli apprendisti l’applicazione delle norme sulla previdenza e assistenza sociale obbligatoria si estende alle seguenti forme: assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; assicurazione contro le malattie; assicurazione contro l’invalidità e vecchiaia; maternità; assegno familiare.