Secondo le rilevazioni di Unioncamere cresce il numero di imprese attive: 39mila unità nel secondo trimestre del 2011. Tra aprile e giugno, il bilancio demografico rilevato attraverso i registri camerali ha registrato un numero di iscrizioni in linea con lo stesso periodo dello scorso anno (circa 107mila unità), mentre le cessazioni, dopo la forte diminuzione del secondo trimestre del 2010, hanno fatto segnare un lieve rimbalzo negativo, attestandosi a 67mila unità (circa 7.500 unità in più rispetto al periodo aprile-giugno 2010).
Il 18,7% dell’incremento della base imprenditoriale proviene dal recupero di imprese artigiane che hanno saputo con forza affrontare la crisi per tornare a crescere. In termini percentuali, tra aprile e giugno lo stock delle imprese registrate è cresciuto complessivamente dello 0,64% (contro lo 0,78% del secondo trimestre 2010), pari a un valore assoluto, al 30 giugno di quest’anno, di 6.119.975 unità di cui 1.464.322 artigiane.
Dove si concentrano le imprese? Il 33% pari a 12.869 unità si trova nelle regioni meridionali e insulari, il 36,4% cioè 14.200 unità sono imprese costituite in forma di società di capitali e il 22% ovvero 8.556 opera nel settore del commercio. Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere ha così commentato: “L’Italia è in un passaggio stretto e difficile e ciascuno deve dare il proprio contributo di positività per superarlo. Le forze imprenditoriali stanno facendo la loro parte, dimostrando di credere nel mercato e accettando le sue sfide, nonostante i tanti ostacoli che frenano chi vuole fare impresa“.