E’ indetta per oggi la manifestazione nazionale contro il “caro carburanti”. A far sentire la loro voce, o meglio i loro clacson nella capitale sarà tutto il popolo della strada, lavoratori e autotrasportatori in prima linea. Si tratta di una vera e propria emergenza: la mobilità come diritto rischia di essere seriamente compromessa, questo l’allarme che lanciano i promotori (CNA-Fita a cui hanno aderito Federconsumatori, Adiconsum, Fit-Cisl, Filt-Cgil, UilTrasporti, Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl, Transfrigoroute Italia Assotir, Anitrav, Cna Servizi alla Comunità-Autoriparazione, LegaCoop Servizi e il ‘Corriere dei Trasporti).
Le accise su ogni litro di benzina sono aumentate da 0,56400 a 0,57130 euro, mentre sul diesel sono passate da 0,42300 a 0,47220 euro. In un anno il prezzo della benzina è passato da 1,37176 euro/litro a 1,62300 euro/litro. Il diesel è passato da 1,21531 euro/litro a 1,50600 euro/litro. La nuova manovra proposta dal governo rischia di non risolvere il problema riguardante la distribuzione: ad oggi ancora il 90% delle pompe è controllato da grandi gruppi petroliferi.
Oggi ad ogni rifornimento si continuano a pagare accise che dovrebbero essere “progressive” ed essere eliminate una volta superata “l’emergenza” da sanare per le quali sono state introdotte (vedi ad esempio la guerra d’Abissinia). Ma così non è ed ogni anno si pagano 19 miliardi di euro per finalità non ben specificate in violazione della Costituzione (ex art. 53).
L’aumento della tassazione indiretta dal 2005 ad oggi è stato di 2 miliardi di euro l’anno. recentemente è stato prorogato al 2015 l’accisa “extra” per fronteggiare l’emergenza degli sbarchi dal nord Africa che teoricamente doveva perdurare solo fino a quest’anno (per un valore annuo di 8 miliardi di euro). Forte di tutte queste ragioni, gli italiani che ogni giorno devono fare i conti con una tassazione esagerata sui carburanti chiederanno al governo di rimediare quanto prima e in modo efficace.